-
Nihil Obest.
salve
da oggi iniziamo un racconto che ci porterà a conoscere Genova e tutto ciò a lei collegato; non sarà uno scritto canonico che inizia con il più classico dei c'era una volta, no, il nostro iter salterà da un'era all'altra senza preavviso, da un quadro ad un borgo dell'entroterra, da un carruggio ad una fontana, da un cantautore, all'emigrante di ma se ghe pensu.
La Superba, come si chiamava una volta, non c'è più: colpa dei politici si, ma anche colpa di noi liguri, troppo silenti, poco inclini alla pubblicità, troppo pudichi per esibire le nostre bellezze, forse troppo sarveghi, chiusi in noi stessi e nel nostro maniman.
Però siamo così, le cose bisogna strapparcele con la tenaglia ma...potevamo essere diversi con un territorio come il nostro ?
provate voi a vivere in una terra che, a neanche due metri dal mare ha subito i monti e che tutto quello che ci hai ricavato, hai dovuto strapparlo con fatica, sudore, bestemmie e malanni...avevamo e abbiamo ben poco da stare allegri e pensare alle frivolezze.
Ma qui sta la nostra grandezza e la nostra forza...e in questa poesia ci siamo tutti noi liguriÈ la Liguria terra leggiadra.
Il sasso ardente, l'argilla pulita,
s'avvivano di pampini al sole.
È gigante l'ulivo.
A primavera
appar dovunque la mimosa effimera.
Ombra e sole s'alternano
per quelle fondi valli
che si celano al mare,
per le vie lastricate
che vanno in su, fra campi di rose,
pozzi e terre spaccate,
costeggiando poderi e vigne chiuse.
In quell'arida terra il sole striscia
sulle pietre come un serpe.
Il mare in certi giorni
è un giardino fiorito.
Reca messaggi il vento.
Venere torna a nascere
ai soffi del maestrale.
O chiese di Liguria, come navi
disposte a esser varate!
O aperti ai venti e all'onde
liguri cimiteri!
Una rosea tristezza vi colora
quando di sera, simile ad un fiore
che marcisce, la grande luce
si va sfacendo e muore.
...
saluti
Piero e famiglia
Edited by marmari - 10/2/2021, 17:29.