"Caffè Zibaldone"

... Medio Evo ... un fecondo periodo

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    ogni giorno si sente dire, in senso dispregiativo: ma tu vivi nel Medio Evo etichettando questo periodo storico come uno dei più bui, se non il più buio, della storia.
    ma non è così

    La-genesi-dell-Europa_largeLa-genesi-dell-Europa_large



    In questo fondamentale studio – definito dal «Times Literary Supplement» «impressionante per la padronanza dell’argomento e l’originalità delle tesi» – Christopher Dawson sostiene che i cosiddetti «Secoli Bui», il periodo storico che va dal IV all’XI secolo, non furono affatto uno sterile preludio all’energia creativa sprigionatasi dopo l’anno Mille. Al contrario, l’Alto Medioevo andrebbe descritto come un’età di rinascita perché fu allora che la complessa interazione tra l’Impero romano, la Chiesa cristiana, la tradizione classica e le società barbariche determinò la genesi di un’unitaria e vitale cultura europea.

    Scrivendo nel 1932, nel pieno di una profonda crisi europea – insieme culturale, politica, morale ed economica – nella quale le forze nazionalistiche sembravano aver vinto la battaglia delle idee, Dawson sosteneva che «se la nostra civiltà vuole sopravvivere è necessario che sviluppi una coscienza europea comune e la consapevolezza di una unità storica e organica». Dawson aveva chiaro che quell’unità richiedeva però soluzioni ben diverse da quelle imposte dai movimenti politici al potere e dalle teorie economiche che andavano per la maggiore. Era necessario – allora come oggi, verrebbe da dire – che l’Europa riscoprisse le proprie radici cristiane e con esse – e come loro conseguenza – l’aspirazione all’universalismo, contro ogni nazionalismo e ogni protezionismo.


    www.agerecontra.it/public/press40/?p=27780
    Di Raimondo Gatto
    Sono state dette molte bugie sul Medioevo, tanto che molti ancora oggi considerano quest’epoca come un periodo buio e culturalmente inferiore a quelle precedente. In realtà sono state dette numerose menzogne su un’epoca storica, da considerare non di semplice transizione ma di vera e propria rivoluzione culturale e economica.
    Vediamo ora quali sono le principali bugie sul Medioevo, cresciute attorno al mondo dei cavalieri.
    Il clima era molto più rigido rispetto a oggi. Dal 1100 al 1300 l’Europa godette di un clima definito come “periodo caldo medioevale”, un periodo eccezionalmente mite, tanto da permettere ai Vichinghi di colonizzare la Groenlandia, da loro chiamata come “Terra Verde”. Fu tra il ‘600 e il ‘700 che si verificò una piccola glaciazione. Effettivamente i camini medioevali hanno bocche più piccole di quelle dei camini del XVII secolo…
    La terra è piatta. Questa credenza fa parte delle più celebri bugie sul Medioevo, tanto che molti ritengono che questa diceria venne fondata e diffusa in questo periodo. In realtà prima della scoperta dell’America e più in generale, prima del XV secolo, gli uomini del periodo sapevano bene che la terra fosse sferica, tant’è che nelle statue gli imperatori e i re sono spesso ritratti con in una mano il globo, rappresentante il mondo. Inoltre Colombo organizzò una spedizione in America non per dimostrare che la Terra fosse rotonda ma per convincere i reali di Spagna della convenienza di attraversare un mare che sembrava infinito, dato che nessuno sospettava della presenza di un altro continente al suo interno.
    La servitù della Gleba era trattata peggio degli schiavi. I contadini medioevali vivevano in una istituzione simile al “colonato romano”. I padroni, durante l’acquisto di un terreno si passavano il controllo anche dei contadini che lo lavoravano, cosa non dissimile da quanto accade oggi in seguito alla cessione di un ramo d’azienda. Fu nel Rinascimento invece che la situazione diventò più critica, dato che i servi iniziarono a essere merce di scambio e a non avere più il diritto di sposarsi.
    La Cina fu scoperta da Marco Polo. In realtà sono emerse citazioni di una ambasceria cinese a Roma nel 130 a.C. e una romana in Cina nel 166 d.C. ai tempi di Marco Aurelio. Inoltre prima di Marco Polo altri esploratori come Odorico da Pordenone, Giovanni da Pian del Carmine, Guglielmo di Rubruk o Giovanni da Monte Corvino percorsero le stesse piste. Il Milione di Marco Polo in sostanza divenne uno dei libri più popolari poiché i Mongoli all’epoca stavano intensificando il traffico commerciale con l’Occidente e sfruttando la via tracciata da Marco Polo, iniziarono a essere una presenza costante in Europa.
    La servitù della Gleba era trattata peggio degli schiavi.
    I contadini medioevali vivevano in una istituzione simile al “colonato romano”.
    I padroni, durante l’acquisto di un terreno si passavano il controllo anche dei contadini che lo lavoravano, cosa non dissimile da quanto accade oggi in seguito alla cessione di un ramo d’azienda. Fu nel Rinascimento invece che la situazione diventò più critica, dato che i servi iniziarono a essere merce di scambio e a non avere più il diritto di sposarsi.
    Il clima era molto più rigido rispetto a oggi. Dal 1100 al 1300 l’Europa godette di un clima definito come “periodo caldo medioevale”, un periodo eccezionalmente mite tanto da permettere ai Vichinghi di colonizzare la Groenlandia, da loro chiamata come “Terra Verde”. Fu nel ‘600 e nel ‘700 che si verificò una piccola glaciazione. Effettivamente i camini medioevali hanno bocche più piccole di quelle dei camini del XVII secolo.
    I feudatari approfittavano dello Ius primae noctis. Non c’è tradizione, citazione, fonte o luogo che cita questa usanza come appartenente al Medioevo. Fonti certe invece testimoniano la sua presenza nel ‘500.
    Le donne non avevano diritti ne potere. Le donne che hanno lasciato un segno nella storia medioevale sono tante. Molte badesse gestivano interi patrimoni durante le crociate, tra le quali ricordiamo Matilde di Canosa, Giovanna d’Arco, S.Caterina da Siena, S.Chiara e Ildegarda di Bingen. Inoltre le donne medioevali era mediamente più istruite rispetto agli uomini, al contrario di quanto avveniva in epoca romana e greca.
    L’anno mille e la fine del mondo. In verità non si verificarono tumulti più accesi o per la venuta del Giudizio Universale rispetto a quelli successi nei secoli precedenti e pensare che il mondo fosse sull’orlo del suicidio è una delle più grandi bugie sul Medioevo. Papa Silvestro II confermò addirittura che i privilegi di un monastero per molti anni in avvenire il 31 dicembre 999
    Nel medioevo non furono fatte grosse scoperte. A dire il vero furono fatti grandi progressi in tutti campi.
    – Nell’agricoltura furono scoperti l’aratro a ruota, il giogo, la ferratura degli zoccoli e la rotazione triennale delle culture Calendario con raffigurata l’aratura nell’anno 1000. Tiberius B.V., Londra, British Library
    – I trasporti commerciali furono potenziati dall’utilizzo di carri a quattro ruote con mozzo e da un utilizzo costante delle staffe.
    – La navigazione fece enormi progressi nel campo nelle innovazioni tecnologiche mediterranee rispetto ai secoli precedenti, quali una bussola magnetica, una clessidra sulla nave, il timone di poppa, le tavole trigonometriche e l’aggiunta della vela triangolare latina a quella quadrata.
    – Come intrattenimento furono inventati gli spartiti musicali, gli scacchi, i tarocchi, il carnevale, il presepe e l’organo.
    – Furono inventati gli occhiali, le armi da fuoco, il mulino ad acqua, la stampa e la carta di stracci.
    – La scienza fu enormemente potenziata e con essa la medicina (chirurgia, anestesia), la matematica (i numeri, l’algebra e la trigoniometria)
    e la finanza (le corporazioni e le carte di credito).
    – Nell’istruzione alle scuole si aggiunsero le Università.
    – Nelle abitazioni comparvero i vetri alle finestre, il camino a cappa e la pasta.
    In questo senso sono state dette molte bugie sul Medioevo e chi definisce questo periodo storico buio e improduttivo si sbaglia enormemente.
    Per chi volesse approfondire ancora altre epoche invitiamo a leggere “Gli 8 errori che facciamo sulla preistoria”.

    saluti
    Piero e famiglia

    Edited by Nihil Obest - 30/3/2020, 19:25
     
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    smascherata un'altra menzogna sul Medio Evo

    I crociati imponevano alle mogli la cintura di castità? Niente affatto. Le cinture di castità sono un’invenzione dell’800. Ma la loro storia rimane molto interessante. E conturbante.
    Una “elegante” cintura di castità. Conservata al Sex Machines Museum di Praga. È un falso storico.

    L’uso delle cosiddette cinture di castità, fasce metalliche flessibili in grado di coprire i genitali e poi chiuse con lucchetti, risalirebbe ai tempi delle
    Crociate, quando i cavalieri in partenza per il Santo Sepolcro volevano assicurarsi la fedeltà delle proprie mogli durante la loro assenza.

    Questo è quanto avete sempre creduto. Ma è falso. Ci sono almeno alcuni motivi logici e diversi studi recenti che tendano ad escludere che tali strumenti siano stati realmente utilizzati. Sopratutto nel Medioevo.
    La storia delle cinture di castità per immagini
    MA COME SI FA AD ANDARE IN BAGNO?
    Innanzitutto, c’è un problema di igiene: anche se la classica cintura prevede piccole aperture per l’espletazione dei bisogni fisiologici, ferite, infezioni e di conseguenza la morte di chi le indossava sarebbero sopraggiunte in tempi molto rapidi.

    Inoltre, è plausibile che prima di partire i cavalieri si accoppiassero con le proprie mogli, magari con la speranza di trovare un bambino al loro ritorno. È evidente che la presenza di una cintura di ferro avrebbe impedito il parto. Senza contare l’obiezione più semplice: qualunque serratura medievale poteva essere aperta da un fabbro in pochi secondi.

    STUDI STORICI.
    Al di là di queste incongruenze logiche, però, a suggerire che quella delle cinture di castità medievali sia in realtà una leggenda c’è il fatto che
    non esistono autentiche cinture databili al Medioevo.

    L’idea di astinenza sessuale è certamente antichissima e lo stesso termine latino cingulum castitatis (traducibile appunto come cintura di castità) compare, a partire dal VI secolo, in alcuni testi di Papa Gregorio Magno, Alcuino di York, San Bernardo di Chiaravalle, fino a Giovanni Boccaccio. Ma in tutti questi casi è inteso come un simbolo di purezza teologica, non certo come un oggetto di dissuasione erotica.

    PATTO DI FEDELTÀ.
    Il concetto di patto di castità tra due innamorati comparve invece più avanti, in alcuni poemi del XII secolo, come il Lai di Guigemar di Maria di Francia: alla partenza del cavaliere Guigemar la sua donna chiede all’amante di annodarle la camicia intorno alla vita, come patto di fedeltà fino al ritorno. Ma si tratta di un patto simbolico e, soprattutto, voluto dalla donna.
    Le altre bugie storiche

    VAI ALLA GALLERY (33 FOTO)
    LA PRIMA BUFALA. Per trovare la prima citazione visuale di un oggetto che ricordi vagamente una cintura di castità dobbiamo aspettare
    il 1405 e un manoscritto, il Bellifortis di Konrad Kyeser, dedicato alla tecnologia militare dell’epoca.

    Il congegno disegnato, quasi un’armatura, è presentato come uno strumento imposto alle donne fiorentine dai mariti gelosi, ma i commenti di Kyeser sono ironici e probabilmente il disegno è stato realizzato sulla base di sentito dire e non copiando un oggetto autentico. Di certo non risulta nulla del genere nella Firenze del tempo.

    LUCHETTI. Alcune incisioni del XVI secolo, tra cui una attribuita a Sebald Beham, raffigurano invece una donna che indossa una “cintura di castità”, chiusa da un lucchetto, in piedi tra due uomini mentre riceve e consegna denaro: l’interpretazione che ne è stata data è che si tratti di una prostituta in mezzo al cliente e al protettore, quest’ultimo disposto ad aprire il lucchetto solo al pagamento della prestazione. Anche se fosse stata vera e non solo simbolica, dunque, la cintura rappresentava qui solo uno strumento professionale.

    FALSI D’AUTORE.
    Le prime cinture di castità “vere” sono quelle finite nei musei intorno al 1840. Al Museo d’arte medievale di Cluny a Parigi, per esempio, fino a poco tempo fa si poteva ammirare una cintura che si diceva fosse appartenuta alla regina di Francia Caterina de’ Medici (1519-1589). Fu solo nel 1990 che i responsabili del Museo si accorsero che si trattava di un falso risalente al XIX secolo.

    Anche un altro esemplare simile, esposto al British Museum di Londra e a lungo indicato come risalente al XVI secolo, è stato di recente
    datato alla metà dell’800 e tolto dalle esposizioni. Quasi tutti i musei che le conservavano e le attribuivano all’epoca medievale, hanno oggi corretto i loro cataloghi per indicarne la fattura recente o l’origine fraudolenta

    NEI GIOCHI SADOMASO. Fu proprio nel XIX secolo, epoca in cui soprattutto nei Paesi anglosassoni fu riscoperto il puritanesimo, che le cinture di castità divennero un oggetto di uso quasi comune. Si trattava però di cinture più morbide e da indossare solo per brevi periodi, usate dalle donne per proteggersi dal rischio di stupro o imposte agli adolescenti per impedire la masturbazione, considerata dannosa per la salute o, comunque, peccaminosa per la morale del tempo. In qualche caso, però, tali prodotti furono pubblicizzati nei periodici dell’epoca anche come strumenti per assicurarsi la fedeltà delle mogli, trasformando così in realtà quello che fino ad allora era stato solo un mito attribuito al Medioevo

    Oggi, le cinture di castità, realizzate nei materiali più diversi, rappresentano solo uno strumento utilizzato come gioco erotico nelle pratiche
    di sadomasochismo.
    FONTE: FOCUS 27 AGOSTO 2014

    Segnalazione di Raimondo Gatto


    fonte: www.agerecontra.it/public/press40/?p=27936

    saluti
    Piero e famiglia

    Edited by Nihil Obest - 22/4/2020, 20:07
     
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    altra bugia relativa al Medio Evo e la cosidetta "caccia alle streghe" che in realtà non vi fu

    L’immaginario comune è graniticamente soffermato sull’idea che l’Inquisizione abbia compiuto un bagno di sangue senza precedenti durante il fenomeno della caccia alle streghe, durante tutto il Medioevo. In realtà questa è una bufala letteraria e cinematografica, che nasce dalle menzogne diffuse ad arte nel corso dei secoli da una serie di avversari della Chiesa e degli stati cattolici. Gli inglesi inventarono infamie riguardo l’Inquisizione spagnola, mentre illuministi e protestanti si sono impegnati nell’invenzione di altre bugie ai danni della Chiesa, del Vaticano e dell’Italia.
    A sfatare tutta questa costruzione artificiosa sono intervenuti negli ultimi anni molti storici di varia estrazione, così come molte pubblicazioni fanno luce sulla grossolanità delle accuse mosse alla Chiesa e agli stati cattolici. Una di queste è “Caccia alle streghe – Verità, Leggende, Falsificazioni”, scritto da Francesco Agnoli per i Quaderni del Timone. Una pubblicazione che contiene un compendio molto importante, con tanto di indicazione di testi di approfondimento di storici di fama, riguardo la storia della magia e la verità dei fatti storici.

    In primo luogo va ricordato che il cristianesimo e la Chiesa hanno avuto il ruolo di sradicare le superstizioni e le credenze magiche dall’Europa. Nel mondo pagano, che fosse greco-romano, celtico o germanico, l’idea che magia e stregoneria potessero aiutare a regolare la propria vita era abbastanza comune. Da ciò derivavano azioni abbastanza varie, dalla preparazione di filtri magici totalmente inutili, alla distillazione di veleni e pozioni dannosissime, per giungere alle pratiche abortive e a omicidi rituali di vario genere. Il cristianesimo ha quindi posto un freno a queste pratiche, che nel mondo germanico prevedevano anche il rogo delle streghe per nutrirsi della loro carne. Nel 1080, ricorda Agnoli, “Gregorio VII scriveva al re Harald di Danimarca di non credere che gli fosse permesso di perseguitare le donne accusate di provocare maltempo, tempeste e alcune malattie, processandole in base ad un uso barbarico, e lo avvertiva che se avesse fatto del male a un’innocente avrebbe suscitato il castigo divino”.
    La tesi del cristianesimo, di fronte ad accuse di azioni soprannaturali, fu per tutto il Medioevo quella di negare la realtà di tali azioni e quindi l’invito era di non processare persone per stregoneria, visto che la stregoneria non esisteva. Il fenomeno della cosiddetta caccia alle streghe risale al Rinascimento, quando lo studio dei classici e del mondo pagano portarono a riscoprire anche certe pratiche, come l’alchimia, l’astrologia o l’evocazione degli spiriti, che coinvolsero anche gli strati della popolazione considerati più colti. La persecuzione ai danni di streghe e stregoni coinvolse però in buona parte le zone in cui la Chiesa e i governi statali avevano meno controllo, in quanto frutto di rabbia popolare.
    Inoltre la maggior parte delle condanne ai roghi e le persecuzioni vennero portate avanti in Germania, in terra protestante, dove l’eresia luterana aveva instillato nella pratica religiosa un fanatismo senza precedenti. Va ricordato che il tanto santificato Lutero scriveva che i bambinihandicappati erano posseduti dal demonio, così come spiegava che i cattolici erano servi di Satana. Diede quindi inizio ad un’ossessione per la possessione demoniaca da parte sua e dei luterani che portò all’unico vero bagno di sangue della vicenda della caccia alle streghe. La furia dei roghi si scatenò anche in Svizzera, terra dell’eresia calvinista, assieme alle altre zone dove prese piede il calvinismo.
    Per quanto riguarda l’Inquisizione, in realtà il ruolo avuto sia da quella Spagnola che dal Sant’Uffizio, fu quella di regolare e limitare i danni fatti dalle giurie popolari e dai tribunali civili. I casi di condanne annullate da parte degli inquisitori sono molteplici, proprio perché la teoria portata avanti dai cattolici era che condannare qualcuno per stregoneria voleva dire credere nella stregoneria e ciò era inaccettabile. Le condanne comminate dalle inquisizioni sono state ben poche e spesso per reati che, pur connessi alla stregoneria, comprendevano infanticidio e avvelenamento ed erano quindi reati comuni, ammantati di un’aura mistica, ma pur sempre porcherie.
    Il Quaderno di Agnoli fornisce poi anche numeri molto interessanti per capire il fenomeno. Su 110 mila processi in 3 secoli, 50 mila furono in Germania. In Spagna e Italia i processi furono circa 5.000, per un totale di 10 mila, mentre in Svizzera furono 9 mila. Un dato decisamente sproporzionato, se confrontiamo dimensioni e popolazioni. Inoltre nei due paesi cattolici le condanne furono ben poche ogni anno, se contiamo che su 2.000 processi gestiti dall’ Inquisizione spagnola, le condanne furono solo…11!
    Se qualcuno ha voglia, vada a confrontare i numeri delle condanne a morte emesse al giorno d’oggi, da paesi anche civili, come gli Stati Uniti. Oppure controlli il numero di morti in pochi mesi di Terrore francese. Oppure controlli il numero annuale di aborti in un qualsiasi paese “civilizzato”.

    Siamo quindi di fronte, come sempre, come nel caso delle Crociate o di altri fantomatici crimini della Chiesa o dei cattolici, di fronte a mistificazioni ridicole ed ideologiche, che possono essere smontate senza troppa fatica.

    Segnalazione di Raimondo Gatto, scritto da Francesco Filipazzi


    fonte: www.agerecontra.it/public/press40/?p=27980

    saluti
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    Edited by Nihil Obest - 2/4/2020, 17:45
     
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    La panzana dello Jus Primae Noctis



    ius_primae_noctis-463x300



    E’ totalmente falso il mito (inventato da uno scozzese nel 1526) secondo cui nel medioevo i feudatari avevano il diritto di portarsi a letto le spose dei loro sudditi nella prima notte di matrimonio di Rino Cammilleri

    «Che nel medioevo, particolarmente nei secc. dall’XI al XIII, ma anche molto prima e molto dopo, i signori feudali avessero ed esercitassero un diritto di trascorrere con le mogli dei loro sudditi la prima notte di matrimonio (ius primae noctis o più crudamente ius cunnatici), è un’opinione non ben fondata, che il fantasioso storico scozzese Ettore Boece (1526) mise per primo in circolazione, e che poi, accolta da scrittori anche seri, fu diffusa oltre i limiti dell’onesto da un’abbondante e per lo più scadente letteratura. (…) Un costume di far deflorare la sposa da un personaggio autorevole della sua tribù, o della stessa sua famiglia, è attestato presso popoli primitivi, e le sue origini sono variamente spiegate dagli etnologi. E non è meno sicuro che abusi senza nome, in luoghi e tempi disparati, furon perpetrati da feudatari in danno delle spose dei loro sudditi.Non è invece provato che quel costume pagano si continuasse presso i popoli cristiani del medioevo, né che quegli abusi feudali assurgessero in alcun luogo o tempo a vero e proprio diritto. Provato è soltanto che molti signori feudali, in Italia e fuori, imposero ai loro sudditi tasse matrimoniali (…). In esse non è da vedere il prezzo del riscatto di un ipotetico ius primae noctis, e forse neppure una trasformazione della compra germanica della sposa; ma piuttosto, e più semplicemente, il compenso per l’assentimento dato dal signore alle nozze» (cfr. Enciclopedia Cattolica, vol. VII).

    Fonte: La Bussola
    Quotidiana, 12-03-2011
    Pubblicato su BastaBugie n. 190
    Segnalazione di Raimondo Gatto


    saluti
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    ... interessante sito che parla della moda e del vestiario in uso in questo periodo storico
    http://vestioevo.com/
    saluti
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    http://redirect.viglink.com/?format=go&jso...andro%20Barbero.
    un saluto
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    A richiesta di piero alcune cose sui popoli goti o le popolazioni gotiche


    www.mondimedievali.net/barbar/goti.htm


    https://it.wikipedia.org/wiki/T%C3%BDr



    http://morlhail.com/le-rune/

    Poi uno dei piu grandi segreti dell'arte gotica

    La sezione aurea

    https://digilander.libero.it/roberto20129/...zioneaurea.html
     
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    se questa discussione ha destato in voi un seppur minimo interesse ma avete paura di scontrarvi con testi troppo specialistici e/o dedicati solo ad un pubblico accademico o già addentro alla materia, vi segnalo delle letture, semplici e rilassanti che vi faranno immergere nelle vita medievale spiegandovi in modo accattivante e coinvolgente, come si viveva in questo periodo storico:
    si tratta della saga relativa alle indagini di Fratello Cadfael, scritta da Ellis Peters, pseudonimo di Edith Pargheter (1913-1995)*
    elenco qui i primi dieci:
    - la bara d'argento
    - Un cadavere di troppo
    - Due delitti per un monaco
    - Il cappuccio del monaco
    - La fiera di San Pietro
    - La vergine nel ghiaccio
    - Il rifugiato dell'abbazia
    - Il novizio del diavolo
    - I due prigionieri
    - Il pellegrino dell'odio
    ... segue ...

    * breve biografia
    Ellis Peters , pseudonimo di Edith Mary Pargeter , (nato il 28 settembre 1913, Horsehay, Shropshire , Inghilterra - è morto il 14 ottobre 1995, Madelay, Shropshire), romanziere inglese particolarmente noto per due serie di misteri: uno con monaci medievali in Gran Bretagna e l'altro con una famiglia moderna.
    Peters ha lavorato come assistente di farmacista negli anni '30 e ha prestato servizio presso la Royal Navy Service femminile dal 1940 al 1945. A partire dalla metà degli anni '30 scrisse romanzi storici e romanzi polizieschi, usando il proprio nome e diversi pseudonimi. Sebbene il suo primo romanzo poliziesco, Murder in the Dispensary , sia stato pubblicato nel 1938 (con il nome di Jolyon Carr), per la maggior parte dei successivi 20 anni si è concentrata su altri generi . She Goes to War (1942) si basa sulle sue esperienze nel servizio militare. Sotto il suo nome pubblicò il mistero Fallen into the Pit (1951), con il tredicenne Dominic Felse. In Death and the Joyful Woman (1961), torna come un sedicenne la cui ragazza è connessa con un omicidio; il romanzo, come i molti misteri della famiglia Felse che lo seguirono, fu pubblicato sotto il nome di Ellis Peters.
    L'interesse di Peters per la storia dello Shropshire l'ha portata a scrivere il mistero A Morbid Taste for Bones (1977), ambientato nel XII secolo. Presenta il monaco ed erborista Fratello Cadfael, che prima di emettere i voti era stato un amante, un marinaio, un soldato e un combattente nella Prima Crociata. Ritorna in One Corpse Too Many (1979), e negli anni '80 e '90 Peters pubblicò 18 romanzi di Cadfael e un libro di storie con Cadfael. Includono The Virgin in the Ice (1982) e The Heretic's Apprentice (1989). Molti dei misteri di Cadfael sono stati adattati per la televisione, con Derek Jacobi nel ruolo principale. Sotto il suo nome, Peters scrisse crimine e narrativa storica, inclusa la serie di quattro volumi Brothers of Gwynedd (1974-1977), e tradusse più di una dozzina di volumi di prosa e poesia dal ceco e dallo slovacco in inglese. È stata nominata Ufficiale dell'Ordine dell'Impero Britannico nel 1994.

    fonte: https://www.google.com/url?sa=t&rct=j&q=&e...5iHcjzFvOSWUDxB
    un saluto
    Piero e famiglia
     
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