"Caffè Zibaldone"

GENOVA per VOI

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  1. Nihil Obest
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    Muro o non muro...TRE PASSI AVANTI!

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    Valleregia di Serra Riccò (GE)

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    dopo la città, i forti e alcune specialità, un salto nell'entroterra

    ... Voire ... Voje ... Valleregia



    Prima parte di tre

    panorama


    vista panoramica

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    stemma araldico


    Anticamente Voirè, poi Voje e oggi, in italiano, Valleregia.
    E’ un frazione di Serra Riccò, situata al centro della vallata del Secca del quale detiene le sorgenti.
    Valleregia è un ridente paesello dell’entroterra genovese, nel comune di Serra Riccò, in diocesi di Genova.
    Cristianizzata dal Vescovo (poi Santo) Claro, intorno al 400 d.c. conserva ancora tratti di mulattiere, muri a secco e l’usanza degli antichi di “ coffesà”, cioè di trasportare la terra dal fondo dei ripidi campi fino alla parte più alta per non pesare sui muretti.
    Nel suo territorio si erge il Pizzo, monte non alto (in realtà una collina) ma selvaggio e imponente che, nelle fredde mattine dei mesi invernali, regola e ritarda il sorgere del sole conservando, fino a tardi, la gelida brina sull’erba dei fossi e sui prati.
    Come si evince da quanto sopra, il lavoro e la fatica caratterizzano da sempre la vita dei suoi abitanti che, insieme all’assetto sparso delle case e delle piccole borgate (ve ne sono diverse, alcune suggestive), hanno forgiato caratteri schivi e un poco “selvatici”, poco inclini a socializzare ma fortemente attaccati alle loro tradizioni, usi e ricorrenze religiose.
    Intelligenti e sorprendentemente attivi, nel secolo scorso potevano far parte di una loro Banda Musicale (alcuni strumenti e spartiti della stessa si trovano gelosamente conservati nei locali della S.O.C.) molto apprezzata nei dintorni e di una pregevole Cantoria Femminile che sopravvive anche ai nostri giorni, esibendosi sia per le ricorrenze festive religiose, sia ai funerali dei compaesani passati a miglior vita.
    Numerose furono anche le vocazioni sacerdotali e monastiche, tra queste, spicca quella di Padre Luigi Risso, detto “Padre Amabile” natio della borgata della “Fraccia”, missionario del PIME al quale è intitolato il Piazzale del paese dove è situata la Chiesa dedicata a SS Maria Bambina.
    Dopo la fine della II^GM e il progressivo abbandono dei campi, per le più (apparentemente) renumerative, attività lavorative presso le acciaierie e raffinerie che erano sorte nei dintorni, da parte dei giovani di allora si introdusse a Valleregia un nuovo tipo di umano: l’operaio che, ben presto, si connotò politicamente come “il comunista”, che si contrappose (ma solo a parole) alla maggioritaria ala cattolica del paese.
    In realtà il carattere dei valleregini non subì variazioni e persino i tanti “foresti” (non originari del luogo) che oggi popolano l’antica Voirè, si adeguano adattandosi anche caratterialmente all’asperità del luogo e, forgiandosi faticatori, diventano anch’essi, schivi, selvatici e poco inclini a socializzare (però nessuno ti sbatte la porta in faccia).
    Chi non ama questo, prima o poi se ne va senza che nessuno se ne accorga.
    Oggi si mantiene ancora viva, oltre all’attività della Società Operaia Cattolica (della quale lo scrivente è socio da svariati anni), volta all’intrattenimento dei giovani e degli anziani, quella dell’Oratorio di San Bernardo che attua le preghiere per i defunti e l’accompagnamento delle Processioni.
    Però i due pregevoli Cristi lignei della confraternita devono essere portati in processione da “cristezanti foresti” perché questa categoria di personaggi si è estinta a Valleregia alla morte del mitico Carlin da Surjella.
    Tra le tradizioni del paese oltre alla Feste religiose con annesse specialità gastronomiche quali: San Bernardo il 20 di agosto, la Natività di SS Maria bambina l’8 di settembre, San Martino (prima Chiesa di Valleregia, sita nell’omonima borgata) a novembre, da dodici anni si organizza una gara di corsa, il primo sabato di Maggio, che ripercorre i sentieri calcati dal fondatore San Claro del quale la Chiesa parrocchiale conserva alcuni resti nell’altare a lui dedicato.

    PERSONAGGI FAMOSI di VALLEREGIA o che transitarono nei suoi luoghi.

    RE LIUTPRANDO



    liutprando



    Re Longobardo successore del padre Ansprando, sul cui trono salì nel 712. Sovrano cattolico, costruttore e restauratore di chiese a Pavia e altrove, fece portare in salvo a Pavia, dalla Sardegna minacciata dai Saraceni, le reliquie di s. Agostino.
    Secondo la storia, tramandata oralmente (non esistono scritti a tal riguardo), durante il viaggio con le reliquie del Santo di Ippona, transitò in Liguria, passando per Valleregia e restandovi per un discreto periodo.
    A tutt’oggi questa storia è raccontata e, a testimonianza di ciò, una delle più antiche borgate di Valleregia è detta “Corte” perché lì avrebbe soggiornato il sovrano con il suo seguito e, per un lungo periodo, il nome di Valleregia è stato Voire.

    PADRE Luigi RISSO – Padre Amabile Missionario del P.I.M.E.*



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    Nacque a Valleregia, nella borgata della “Fraccia” il 2 dicembre del 1880.
    La sua adolescenza è tutta nel suo paesello dove, fin da subito sviluppa la sua vocazione per la vita religiosa, entrando giovanissimo nel piccolo seminario minore del Chiappeto dove frequentò il ginnasio, indi in quella maggiore per le scuole superiori ove si distinse per pietà, amore allo studio e impegno costante di vita religiosa.
    Arrivò alla licenza liceale e qui dovette decidere se seguire la vita borghese o intraprendere quella ecclesiastica.
    Padre Risso per primo scelse la seconda senza alcun dubbio o timore e lo confidò espressamente al suo Superiore: io voglio essere sacerdote, la licenza (liceale) è una buona carta che può servire in avvenire!
    E Monsignor Righetti constatò nel suo elogio: egli fu un buon profeta.
    Il 17 giugno del 1905 veniva ordinato sacerdote nella Cattedrale di san Lorenzo di Genova e, il giorno seguente, celebrò la sua prima Messa a Valleregia, tra la sua gente festante.
    Dopo diversi incarichi come Parroco in varie località e aiutante nel seminario del Chiappeto decisa di inoltrare domanda per diventare missionario, domanda che fu accettata.
    Superato il corso a Milano, fu destinato in Cina, precisamente presso il Vicariato Apostolico dell’Honan Meridionale misisone di Nanyang, a sud del fiume Giallo, nel cuore della Cina.
    Prima di partire, celebrò la Messa a Valleregia salutando gli amici e la mamma rimasta vedova.
    Ecco cosa racconta Don Risso dal villaggio di Lu – y – hien dove giunse dopo un viaggio durato due mesi:
    la mia casa è di terra battuta, il tetto è di paglia, finestre con vetri di … carta. Dopo aver fatto un bell’inchino per potervi entrare, eccoci nella magione; una camera bislunga divisa, divisa in due da un graticcio di piccoli bambù, su cui, a supplire l’intonaco, furono distesi fogli dell’Eco di Bergamo! Forse l’artista fu un missionario bergamasco.
    Padre Luigi Risso, dopo una lunga vita dedicata all’apostolato in terre lontane, si spense a Rancio (LC) il primo marzo del 1969 all’età di 89 anni.
    Il 2 dicembre 2000, a centoventi anni dalla nascita del sacerdote, l’allora sindaco di Serra Riccò, Tomaso Richini, con cerimonia ufficiale, intitolò il Piazzale antistante la Chiesa: “Piazzale Luigi Risso”; il 5 giugno del 2002 le sue spoglie sono tornate nella natia Voje e dal 20 luglio dello stesso anno, sono sepolte nel locale cimitero.
    * Pontificio Istituto Missioni Estere

    continua
    le foto sono inserite a solo scopo ludico/culturale, NON si intende violare alcun diritto d'autore
    saluti
    Piero e famiglia

    Edited by Nihil Obest - 6/10/2018, 13:16
     
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