"Caffè Zibaldone"

...una casa senza libri è una fortezza senza armi...

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    Propongo un libro letto qualche anno fa, dal quale è stato tratto un film che, ovviamente per me, non ho visto (solitamente i film di cui esiste il libro finiscono per deludermi)
    Mi è piaciuto molto, mi ha mostrato un mondo lontano e sconosciuto. Inoltre è di lettura scorrevole ed avvincente.


    MEMORIE DI UNA Geisha - Arthur Golden


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    Circondate da un'aura romantica e misteriosa, le geishe hanno spesso suscitato sugli occidentali un'attrazione quasi irresistibile, amplificata dalle leggende che circondano la loro esistenza. Nel romanzo di Arthur Golden è il racconto in prima persona di una geisha, Sayuri, a guidarci attraverso le complesse e affascinanti tradizioni giapponesi e a permetterci di comprenderne l'intima essenza. E benchè Sayuri racconti la sua storia con la pacata saggezza di chi ha ormai percorso gran parte della vita, la sua voce tesse una trama precisa e vivida permettendoci di entrare in un universo al contempo splendido e crudele.

    Potrei mettere tutta la trama, ma credo sia meglio scoprirla leggendo questo bellissimo libro.

    Recensione tratta da QLIBRI

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    CITAZIONE (marmari @ 19/10/2017, 16:05) 
    Propongo un libro letto qualche anno fa, dal quale è stato tratto un film che, ovviamente per me, non ho visto (solitamente i film di cui esiste il libro finiscono per deludermi)
    Mi è piaciuto molto, mi ha mostrato un mondo lontano e sconosciuto. Inoltre è di lettura scorrevole ed avvincente.


    MEMORIE DI UNA Geisha - Arthur Golden


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    Circondate da un'aura romantica e misteriosa, le geishe hanno spesso suscitato sugli occidentali un'attrazione quasi irresistibile, amplificata dalle leggende che circondano la loro esistenza. Nel romanzo di Arthur Golden è il racconto in prima persona di una geisha, Sayuri, a guidarci attraverso le complesse e affascinanti tradizioni giapponesi e a permetterci di comprenderne l'intima essenza. E benchè Sayuri racconti la sua storia con la pacata saggezza di chi ha ormai percorso gran parte della vita, la sua voce tesse una trama precisa e vivida permettendoci di entrare in un universo al contempo splendido e crudele.

    Potrei mettere tutta la trama, ma credo sia meglio scoprirla leggendo questo bellissimo libro.

    Recensione tratta da QLIBRI

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    ... confermo il bellissimo; lo ha letto mia moglie e me ne ha parlato benissimo
    E' sul mio comodino, in attesa di essere letto
    saluti
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    Come avevo già detto, torno a proporre un libro di Konrad Lorenz, piccolo, ma molto denso di significato.

    Konrad Lorenz
    Gli otto peccati capitali della nostra civiltà



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    RISVOLTO
    In questo limpido libretto del 1973, che ha già avuto un successo strepitoso in Germania e lo sta avendo ora in tutto il mondo, Konrad Lorenz, premio Nobel per la medicina, affronta, nella prospettiva della biologia e dell’etologia, alcuni problemi capitali che si pongono al mondo di oggi. Tali problemi, secondo Lorenz, corrispondono ad altrettanti «peccati capitali», che la civiltà occidentale ha accumulato nella sua evoluzione e che minacciano oggi di ucciderla. La sovrappopolazione, la devastazione della terra, l’indottrinamento coatto, le armi nucleari, l’ostilità e l’indifferenza che si annidano nel corpo della società sono tutti anelli di una stessa catena fatale, prodotta da un atteggiamento incurante e rapace verso la vita. Distesamente e acutamente, con l’occhio lucido dello scienziato e insieme con appassionata partecipazione, Lorenz analizza le cause e i meccanismi di questi e altri peccati, la cui gravità è spesso tanto maggiore in quanto non vengono riconosciuti come tali – e le sue pagine daranno una prova convincente di quale aiuto prezioso possano offrire antiche e nuove scienze, come la biologia e l’etologia, nel tentativo di comprendere processi che coinvolgono oggi la vita di tutti.


    È un libro di facile lettura sebbene scritto da un premio Nobel per la scienza, a dimostrazione che non servono paroloni complicati per dare spiegazioni quando si sa ciò che si vuol dire.
     
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    salve
    oggi, tra le altre commissioni espletate ci siamo recati, io , moglie e figlia in libreria e abbiamo acquistato ben quattro libri

    mia moglie


    Il mio nome è Nessuno è una trilogia che riprende le gesta dell'eroe creato da Omero ormai più di duemila anni fa ma conosciuto da tutta l'umanità.

    Il primo libro, Il giuramento, inizia dall´infanzia di Ulisse-Odysseo a Itaca, segnata dal padre Laerte e dal nonno materno Autolykos. Cresciuto, il ragazzo inizia le sue avventure e conosce, tra i tanti, Eracle e la splendida Elena. Sarà proprio Ulisse, una volta che Elena sarà sottratta al marito Menelao dal troiano Paride, a tentare un´impossibile missione diplomatica per scongiurare il conflitto. E quando la guerra divamperà, sarà lui a trovare uno stratagemma per convincere l´invincibile Achille a partire a fianco degli Achei alla volta dell´Asia. Dove, sotto le antiche mura di Ilio, si compirà il destino di molti.

    Ne Il ritorno Odysseo deve rimettersi in viaggio con i suoi uomini dopo dieci lunghissimi anni di guerra e di sangue per sconfiggere i Troiani. Ad attenderlo ci sono la moglie fedele, il figlio lasciato bambino, la ricompensa per tante sofferenze. Ma il nòstos, il ritorno, è una nuova avventura: Odisseo deve riprendere la lotta, la sua sfida agli uomini, alle forze oscure della natura, al capriccioso e imperscrutabile volere degli dèi. Insieme ai suoi compagni dovrà affrontare imprese spaventose, prove sovrumane, nemici insidiosissimi come il ciclope Polifemo, i mangiatori di loto - il fiore che dà l´oblio - e poi la maga incantatrice che trasforma gli uomini in porci, i mostri dello Stretto, le Sirene dal canto meraviglioso e assassino... Poi, finalmente, con il cuore colmo di dolore per i compagni perduti lungo la rotta, ecco compiersi il ritorno. Il giorno dell´esultanza. Il giorno della vendetta.

    Mito e storia, realtà e invenzione si fondono infine ne L'Oracolo, pubblicato originariamente nel 1990 e ora presentato in una nuova edizione, rivista e modificata. In questa ideale conclusione del millenario viaggio di Ulisse-Odysseo, l´ombra della profezia che l´indovino Tiresia indirizza a Odysseo si allunga fino ai giorni della protesta degli universitari del Politecnico di Atene nell´autunno del 1973. Chi è il misterioso comandante Bògdanos che salva Claudio Setti, studente italiano di archeologia nella capitale greca, dalle grinfie della polizia politica? E perché dopo dieci anni torna a contattare lui e i suoi compagni di allora? Qual è il suo legame con la tragica fine di Heleni, fidanzata di Claudio morta negli scontri con le forze dell´ordine?

    In tre volumi e più di 1000 pagine Valerio Massimo Manfredi dona una "seconda vita" al mito di Ulisse che tutti conosciamo, inserendo descrizioni di avvenimenti e personaggi "nuovi" che gravitano attorno all'eroe di Itaca, pur mantenendo un'incredibile coerenza storica e filologica. Oltre a questo, ciò che rende l'opera unica e degna di essere letta è il lavoro svolto da Manfredi per mostrarci il protagonista omerico "sotto una nuova luce", descrivendolo attraverso il suo intero percorso di formazione, le sue gesta e soprattutto i suoi pensieri e sensazioni.

    Il mio nome è nessuno è quindi una trilogia sorprendente e coinvolgente che non deluderà il lettore e, pagina dopo pagina, lo spingerà a riscoprire la bellezza dei miti greci rivisitati in chiave moderna.


    Il sottoscritto che, come sapete, oltre a leggere romanzi è appassionato di storia

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    Non erano né mercenari né ladroni, gli uomini che nel decennio dal 1860 al 1870 impugnarono le armi per difendere Pio IX. Erano principi, conti, marchesi, duchi, baroni. Provenivano dalla Francia e dall’Austria, dalla Germania e dalla Spagna. Li univa un forte sentimento cattolico e una discreta avversione nei confronti della nuova Italia, secondo loro in mano alla massoneria. Poi c’erano i soldati di ventura olandesi e tedeschi, attratti dal discreto soldo, c’erano gl’irlandesi giunti a Roma in odio all’Inghilterra protestante, c’erano i canadesi obbligati dai vescovi. Costituirono il nucleo principale dell’esercito del Papa, e nell’anno di Porta Pia ne arrivarono un migliaio, sicuri di ripetere le prodezze della battaglia di Mentana. A loro si unirono tanti emiliani, toscani, marchigiani, laziali cementati da un odio profondo per l’unità d’Italia e convinti che l’unica forma di Paese accettabile dovesse coagularsi sotto l’egida del pontefice. In questo libro Alfio Caruso dà finalmente voce ai protagonisti di un episodio impetuoso e poco conosciuto, facendo chiarezza su molti luoghi comuni della nostra storia risorgimentale.

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    Sono gli anni del XII secolo, e la vita dei nobili abitanti di un castello scorre regolare, come quella dei contadini e degli artigiani che vivono nelle campagne dei dintorni: la giornata è scandita dai naturali tempi del sole e da quelli spirituali della preghiera, le notti sono lunghi momenti di tenebra, nella quale si celano crimini, segreti, eventi soprannaturali. Fin quando non arriva un giocoliere dalla lontana Asia o dalla calda Africa, con la sua carovana di animali mai visti, a narrare storie d'amore mai sentite; oppure un cavaliere errante, a portare la notizia di un matrimonio, di una guerra, e molto più spesso per annunciare l'inizio dell'evento più amato: un torneo. Michel Pastoureau, specialista di storia araldica, attraverso una rievocazione dettagliata e un'appendice con le pagine più significative dei romanzi cortesi, ci porta nel cuore dell'Europa medievale. E racconta la vita non solo attraverso le gesta dei cavalieri, ma anche per mezzo delle azioni del popolo, dalla giornata dei servitori ai viaggi dei monaci, dalle prime investiture dei cavalieri ai pettegolezzi delle corti, in un mondo eroico e solenne, ma anche difficile, esaltante, pieno di magie inattese.

    nostra figlia, di gusti decisamente diversi dai nostri

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    Il primo capitolo di una grande serie horror che ha già conquistato milioni di ragazzi, scritta dal creatore di uno dei videogame più giocati al mondo.
    Sono passati ormai dieci anni dai terribili rapimenti avvenuti al Freddy Fazbear, il ristorante del padre di Charlie. Eppure, lei e i suoi amici – John, Carlton, Jessica, Marla, e Lamar – non sono mai riusciti a superare veramente la scomparsa di Michael. Ora che sono di nuovo tutti riuniti in città per commemorare l’anniversario della tragedia, decidono di tornare a vedere che fine ha fatto il vecchio ristorante, chiuso e abbandonato da anni. Quando i ragazzi trovano un modo per entrare, si rendono conto che le cose non sono rimaste quelle di un tempo. I quattro animatroni che una volta intrattenevano i clienti, ora nascondono un oscuro segreto… e sono programmati per uccidere.
    Il successo planetario di Five Nights at Freddy’s è legato ad alcuni tra i più noti YouTuber che hanno giocato in diretta il videogioco sui loro canali e reso popolare in tutto il mondo. In Italia, FAVIJ, il gamer italiano più seguito su YouTube, ha giocato a tutte le stagioni di Five Nights at Freddy’s in diretta sul suo canale, seguito da oltre 3 milioni di follower!


    Al momento io sto leggendo un voluime che raccoglie tre romanzi di Simenon relativi alle inchieste del Commissario Maigret dal titolo: un inverno di Maigret in quanto, tutti e tre i casi si svolgono in quella stagione.



    Il primo romanzo "Gli scrupoli di Maigret", l'ho trovato molto particolare: il nostro commissario si trova nella strana situazione di avere due testimonianze di marito e moglie che si recano da Maigret in momenti diversi. Lui sospetta che la moglie voglia ucciderlo, la moglie che confida al commissario che il marito è pazzo.
    Mi ha fatto molto effetto vedere il mio commissario preferito, in difficoltà, perché non aveva nessun motivo per indagare, agli occhi della polizia.
    Dei tre romanzi presenti nel libro, "Maigret e il cliente del sabato" è il mio preferito. A tratti, soprattutto nel finale, mi ha ricordato molto "Teresa Raquin" di Emile Zola (libro che ho adorato). La storia non è affatto scontata e si legge molto velocemente.
    "Maigret e il libanese": forse questo è il romanzo più complesso, il più macchinoso. Tanti personaggi, tanti luoghi e tante situazioni, quelle nelle quali Maigret si viene a trovare. Simenon non ha voluto concedergli nemmeno una piena soddisfazione nella risoluzione del caso nel finale.
    In tutti e tre i romanzi la figura della donna non ne esce molto bene: fredde, asettiche, malvagie, calcolatrici, mentre gli uomini appaiono, deboli o troppo ingenui ...
    E' il classico libro da leggere in poltrona, davanti al camino acceso con coperta e gatto sulla ginochcia in compagnia di una calda tazza di tea mentre fuori nevica ...

    saluti
    Piero e famiglia

    Edited by Nihil Obest - 28/10/2017, 18:29
     
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    Diario clandestino - Giovannino Guareschi

    arton5411


    Da Wikipedia
    Diario Clandestino 1943-1945 è un'opera scritta da Giovannino Guareschi, pubblicata nel dicembre 1949 (prima edizione) ed in seguito più volte ristampata.

    Dedicata "Ai miei compagni che non tornarono", l'opera ha una caratteristica unica: è stata interamente pensata e scritta, tranne l'Appendice, durante la prigionia dell'autore nel campo di concentramento di Sandbostel. Molto spesso brani del diario, dal tono a tratti umoristico a tratti commovente, venivano letti direttamente dall'autore ai compagni di prigionia.

    Dopo la liberazione ad opera degli inglesi, Guareschi riuscì a portare a casa i suoi magri quadernetti e a farli pubblicare da Rizzoli nel 1949. La copertina, che raffigura un malinconico soldato italiano con le fattezze dell'autore, è stata disegnata dallo stesso Guareschi.

    "Dovunque guardi, sullo sfondo scopri la torretta, vigile e onnipresente come l'occhio di Dio. Di quel Dio che -essi dicono- è con loro, e che è molto diverso dal nostro, e che ha un nome misterioso e grottesco: Gott" (15 gennaio 1944)


    Da solo libri.net
    Per quanto potesse sembrare impossibile, Guareschi è riuscito a scrivere un diario umoristico durante la sua permanenza nei lager nazisti, in cui è stato prigioniero due anni per aver rifiutato di aderire alle Repubblica di Salò. Non vi si troverà il mero elenco delle attività che svolgeva nel campo, ma solo brani scelti tra quelli che lo scrittore andava leggendo nelle varie baracche per sollevare i suoi compagni dalla monotonia disumanizzante in cui il sistema li teneva rinchiusi:

    "Questa noia incessante, come avere al collo un cappio che non si allenta. Questa miseria senza speranza, questo malessere che impregna di tristezza ogni ora del giorno e della notte."

    E’ una noia contro cui tutti cercano di combattere, magari saltando in piedi su un tavolo per declamare poesie o per tenere una conferenza di filologia davanti a un gruppetto di compagni dallo sguardo spento e dalle pance incavate.
    Anche Guareschi reagisce, raschiando dentro se stesso gli ultimi rimasugli di un’umanità che il lager cerca di portargli via. La fantasia gli corre in soccorso, non solo creando personaggi che gli fanno compagnia ai piedi della branda (come il figlioletto che ha lasciato a casa e che lui rivede di notte), ma anche delineando tragicomici ritratti dei compagni di sventura o facendo dell’umorismo su un agognato pacco di viveri arrivato distrutto.

    Guareschi riesce a strappare un sorriso perfino scrivendo della fame che gli ulula nello stomaco deserto, del freddo che entra da tutti i pori e del cielo tedesco, così diverso da quello italiano. Riesce ad essere umorista perché, tra i dolori dell’ulcera e la nostalgia di casa, non abbandona mai la fiducia nella misericordia divina, che sarà una costante durante tutta la sua produzione letteraria:

    "Signora Germania, tu ti inquieti con me, ma è inutile. Perché il giorno in cui, presa dall’ira farai baccano con qualcuna delle tue mille macchine e mi distenderai sulla terra, vedrai che dal mio corpo immobile si alzerà un altro me stesso, più bello del primo. E non potrai mettergli un piastrino al collo perché volerà via, oltre il reticolato, e chi s’è visto s’è visto. L’uomo è fatto così, signora Germania: di fuori è una faccenda molto facile da comandare, ma dentro ce n’è un altro e lo comanda soltanto il Padre Eterno. E questa è la fregatura per te, signora Germania".


    Un libro insolito per l'autore, certi racconti fanno sorridere, altri lasciano un vuoto nero dentro. Comunque un documento.


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    ... lo lessi da adolescente, come tutti i libri di Guareschi; uno dei più grandi e intelligenti autori italiani di sempre.
    Proprio per la sua intelligenza, indipendenza e sagacia, era odiato dai comunisti che lo definivano "fascista" ...
    saluti
    Piero e famiglia
     
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    Io sono ok, tu sei ok

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    Io sono OK, tu sei OK è un saggio divulgativo dello psichiatra statunitense Thomas Anthony Harris pubblicato negli Statti Uniti nel 1969 e in Italia nel 1964 da Rizzoli. Tratta in modo semplice dei concetti fondamentali dell'analisi transazionale e della loro possibile applicazione alla vita quotidiana.

    Il testo ha subito avuto un ottimo successo di pubblico, entrando nella New York Times Best Seller list nel 1972 e rimanendoci per quasi due anni. Sul suo sito l'autore afferma di aver venduto più di 15 milioni di copie e di aver ottenuto traduzioni in 20 lingue.

    Io sono OK, tu sei OK riprende e sviluppa, sulla base dell'esperienza clinica dell'autore, il discorso iniziato nel 1964 da Eric Berne in A che gioco giochiamo, che per primo propose un nuovo modello di analisi terapeutica, che si concentrava più sulle relazioni interpersonali che sull'individuo, come nella pratica della psicoanalisi classica di stampo freudiano.

    "Io sono OK tu sei OK" si basa su una estrema semplificazione del linguaggio e sulla riduzione di tutto ciò che avviene nelle relazioni tra le persone a tre concetti di base: Il Genitore, l'Adulto, il Bambino come modi di comportamento esistenti in ogni persona, i quali, a seconda della misura in cui intervengono nelle transazioni, o rapporti interpresonali, determinano un comportamento nevrotico oppure normale. Genitore, Adulto, Bambino oltre a essere nuovi concetti che descrivono un articolarsi dinamico della personalità, sono per l'autore strumenti di conoscenza operativa in modo tale da riuscire a eliminare il monopolio degli addetti ai lavori, insufficienti a far fronte alla enorme richiesta di servizi nel campo dell'igiene mentale.
     
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    Genova, tra le tante cose belle che ha, possiede molte bancarelle di libri usati dove non è raro trovare libri che ormai sono fuori catalogo o opere quasi sconosciute ma validissime.
    Oggi, sotto i portici di Piazza Colombo ho trovato, al modico prezzo di 5 (n)euro, il libro che appare in figura.


    Ecco un breve recensione:

    Il romanzo provocò nel 1967 la irrimediabile frattura tra lo scrittore e le autorità sovietiche. Nel reparto oncologico dell'ospedale di una città dell'Asia centrale si incontrano, senza riuscire a entrare in comunicazione, donne e uomini che hanno alle spalle esistenze diverse. L'incombere della malattia e della morte li costringe a fare il bilancio della propria vita, ma anche a confrontarsi con la spada di Damocle del fato. Il valore dei singoli si misurerà sulla base della loro capacità di far tesoro dell'esperienza della vita e della sofferenza e di riuscire a trasferire nel mondo esterno le riflessioni avviate in quella corsia d'ospedale.


    un saluto
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    Propongo un paio di libri collegati, uno il seguito ed epilogo dell'altro. Si parla di educazione di bambini difficili, problematici, della storia di una bambina che a sei anni ha cercato di uccidere un altro bambino, ma che aveva un retroterra di abbandono ed abusi e dalla sua insegnante che scopre in lei una traccia di innegabile genialità.
    Nel secondo libro si segue la sua strada fino al superamento delle sue difficoltà ed alla libera scelta dell'impostazione della propria vita

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    UNA BAMBINA



    "In questi bambini c'è di più. C'è il coraggio. Mentre la sera siamo davanti al telegiornale, a sentire di nuove, emozionanti conquiste in qualche terra lontana, perdiamo i veri drammi che si vivono intorno a noi. È un peccato, perché lì c'è più coraggio che da ogni altra parte. Alcuni di quei bambini vivono con tali incubi e tali ossessioni, nella loro testa, che ogni movimento si carica di straordinario terrore. Alcuni vivono a contatto con una violenza e una perversione che le parole non possono descrivere. Ad alcuni non viene nemmeno concessa la dignità che si concede agli animali. Alcuni vivono senza speranza. Eppure resistono. Quasi tutti accettano la loro vita, non conoscendo altro modo di vivere. Questo libro racconta di una sola bambina. Non è stato scritto per evocare pietà. Ne per elogiare un'insegnante. E neppure per deprimere quelli che hanno trovato pace nel non sapere. Questo libro è una risposta a chi mi chiede se non è frustrante lavorare con i malati di mente. È un'ode all'animo umano, perché questa ragazzina è come tutti i miei bambini. Come tutti noi. È una sopravvissuta."

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    LA FIGLIA DELLA TIGRE



    Sheila è cresciuta in un'atmosfera di violenza indescrivibile. Abbandonata dalla madre sull'autostrada a soli quattro anni, non ha mai avuto qualcuno che si occupasse di lei, e la mancanza di amore e di speranza l'ha resa selvaggia, intrattabile e ostile. A sei anni entra a far parte della classe di "bambini difficili" di Torey Hayden, che rimane colpita dal coraggio della piccola Sheila tanto da decidere di raccontarne la vicenda nel libro "Una bambina". Ma che cosa è successo dopo? "La figlia della tigre" è la risposta a questa domanda: il racconto della lotta che Sheila ha condotto per anni, da sola, per riscattarsi dagli abusi, dall'abbandono e dalla violenza del mondo in cui era costretta a vivere prima che un'insegnante caparbia ed entusiasta gliene mostrasse un altro. Questo libro è il racconto, duro e commovente, di una vita straordinaria, e della ricerca di un'adolescente ribelle e ostile della serenità che le permetterà di superare gli incubi del passato.
     
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    ... da acquistare subito ... grazie Marina
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    Il vecchio Antonio José Bolivar vive ai margini della foresta amazzonica equadoriana. Antonio vi è approdato dopo molte disavventure che non gli hanno lasciato molto: i suoi tanti anni, la fotografia sbiadita di una donna che fu sua moglie, i ricordi di un'esperienza - finita male - di colono bianco e alcuni romanzi d'amore che legge e rilegge nella solitudine della sua capanna sulla riva del grande fiume. Ma nella sua mente, nel suo corpo e nel suo cuore è custodito un tesoro inesauribile, che gli viene dall'aver vissuto "dentro" la grande foresta, insieme agli indios shuar: una sapienza particolare, un accordo intimo con i ritmi e i segreti della natura che nessuno dei famelici gringos saprà mai capire.

    È un libro che mi ha colpito dall'incipit, con quel cavadenti dal fare aggressivo e a tratti esilarante. Il romanzo si apre non col protagonista, ma con colui che gli fornisce i romanzi d'amore.
    Poi il rapporto tra l'umanità del vecchio ed il mondo della natura, una natura prorompente che occupa tutto lo spazio pensabile, il rispetto verso gli altri esseri viventi dell'anziano cacciatore hanno catturato la mia attenzione. Un libro da cui è difficile staccarsi.
     
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    Dalla quarta di copertina
    Michael Corleone sta per concludere i suoi due anni di esilio in Sicilia per rientrare in America, quando lo raggiunge un ordine del Padrino: non dovrà tornare a casa senza condurre con se Salvatore Giuliano,liberandolo dal pericolo mortale che lo sovrasta.
    Comincia così la storia de "Il siciliano", il giovane fuorilegge divenuto eroe e un mito per i suoi compaesani, l'unico in grado di difenderli contro i soprusi del governo di Roma e dei potenti dell'isola. Il nemico più spietato di Giuliano è Don Croce, il "Capo dei Capi" della mafia siciliana, e contro il suo potere e i suoi intrighi dovrà lottare Michael per cercare di salvare Giuliano dal suo destino di morte. Il Siciliano è un romanzo affascinante, ricco di tensione e di colpi di scena, di passione e di violenza, scritto nello stile vibrante di Mario Puzo.

    Letto un po' di anni fa, come gli altri scritti di Puzo è un romanzo avvincente che scorre come un torrente senza ostacoli. La figura di Giuliano, perfettamente tratteggiata, esce limpida, molto più eroe che bandito. Personalmente non l'ho sentito come posecuzione de "Il Padrino". Certamente da ricordarsi che è un romanzo e non cronaca o biografia.

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    Gabriel García Márquez - L'amore ai tempi del colera



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    Pubblicato nel 1985, L’amore ai tempi del colera è considerato il capolavoro dello scrittore colombiano Gabriel Garcia Marquez, premio Nobel per la Letteratura nel 1982.

    La storia inizia negli ultimi anni dell'Ottocento a Cartagena, città magica e sensuale e ripercorre cinquant'anni di vita del protagonista, un uomo che aspetta per mezzo secolo l'unica donna che ha amato. Tempo e luogo in cui c’erano dei confini molto rigidi tra le classi dominanti e quelle inferiori.
    Fiorentino Ariza è un impiegato telegrafista, un uomo malinconico e posato appassionato di poesia.
    È innamorato di Fermina Daza, ma il padre di lei non approva l’unione e la giovane viene data in sposa a Juvenal Urbino, il ricco medico della città.
    Il matrimonio di Fermina e Juvenal, partito senza amore, diventerà con il tempo e le avversità un rapporto solido e felice.
    Florentino si butterà a capofitto nel lavoro per poter essere degno dell’amore di Fermina e inizierà una brillante carriera all’interno dell’azienda dello zio, la Compagnia Fluviale dei Caraibi.
    Nonostante la folla di amanti che accumulerà negli anni, Florentino si sentirà legato solo a Fermina. E aspetterà decenni per vedere realizzato il suo amore: alla morte di Juvenal, Florentino dichiarerà di nuovo a Fermina il suo amore e lei, dopo tanti anni di indifferenza, accetterà le sua attenzioni.
    Insieme faranno un viaggio in uno dei battelli della Compagnia Fluviale di Florentino.

    Dei libri di Márquez, tutti notevoli, questo è quello che preferisco. È un inno alla costanza, all'amore che non si rassegna e poi il finale è troppo bello.

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    Prima di essere mamma, prima di mettere al mondo i suoi marmocchi e prima che i suoi marmocchi la rendessero nonna, Agnes Browne era Agnes Reddin, esile e indisponente ragazzina del Jarro, figlia di Connie Parker-Willis, contabile della fonderia Parker-Willis, che fondeva ferro a Dublino fin dal 1801, e di Bosco Reddin, primogenito di Sean Gam-basvelta Reddin, malandato eroe della Fratellanza repubblicana irlandese. Quando i genitori di Agnes convolarono a nozze nella chiesa di St Jarlath, dal lato dello sposo non c'era un posto a sedere libero. Da quello della sposa, invece, erano in quattro. Tre spaesati parenti alla lontana e un ubriacone della zona. Dei Parker-Willis nemmeno l'ombra, disgustati com'erano dalla sola idea che Connie si maritasse con un operaio della loro fonderia, e per giunta un sindacalista. Agnes è venuta al mondo il 6 dicembre del 1936 nel Jarro, una zona popolare a nord di Dublino piena zeppa di operai e disoccupati con le loro famiglie numerose. Negli anni Quaranta, su strade sporche e buie, avvolte in un sudario di fumo per via delle migliaia di fuochi di torba o carbonella accesi nelle case, Agnes, capelli corvini e figura snella, sgambettava insieme con la sua amichetta del cuore Marion Delany, faccia tonda e figura a barilotto.

    Un libro che mi è stato suggerito da una ex collega. E' il primo di una serie di tre, oltre uno spin off. Da questi libri è stao tratto anche un film: "La storia di Agnes Browne" del 1999, diretto ed interpretato da Anjelica Huston. E' una lettura molto piacevole, in molti passaggi si ride parecchio. In altri, invece, ti assale tutta la drammaticità della vita e dei suoi eventi: povertà, conflitto sociale, rapporti familiari difficili. Personalmente ho molto gradito lo stile di O'Carroll.
     
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    ... ottima segnalazione Marina, mi piacciono molto i libri che trattano del sociale e quelli in Irlanda e Scozia in particolare; somiglia ai libri di Cronin o lo stile è differente ?
    un saluto e buona domenica
    Piero e famiglia
     
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