"Caffè Zibaldone"

... Armenia ...

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    Italia - Armenia on the road...

    Buonasera, dopo un silenzio piuttosto prolungato coincidente con la mia permanenza estiva in Italia, sono rientrato a Yerevan e questa volta, per la prima volta, in auto.
    Innanzitutto va detto che per guidare in Armenia e Georgia occorre la patente internazionale, e già qui ho avuto i primi intoppi.
    Infatti in Armenia avevo già guidato auto di amici o a noleggio e nessuno aveva mai sollevato il problema, anzi per zelo avevo chiesto a diversi poliziotti ricevendo spesso risposte non univoche ma sempre positive in merito alla guida con patente italiana.
    Sempre in questi due paesi le nostre assicurazioni non offrono copertura RCA, ma il problema è facilmente aggirabile con polizze temporanee stipulate in frontiera.

    Il problema della patente internazionale, scoperto nell'imminenza della partenza su "viaggiaresicuri" invece si presentava più difficile da risolvere. Tale documento è una semplice traduzione della patente italiana, ma i tempi per ottenerla oscillano tra le due e le tre settimane. Riesco ad ottenere la pratica urgente ed in tempi davvero rapidi la patente internazionale è pronta. A livello di spese costa solo 5 euro in più, ma occorre avere un valido e giustificato motivo di urgenza.
    Seguono giorni frenetici di organizzazione del carico, in quanto oltre all'auto il mio obiettivo è riuscire a portare là più cose possibili, pesanti ed inadatte ad essere trasportate in valigia su aereo (libri, stoviglie, elettrodomestici...).
    Riesco a fare stare quasi tutto nel mio piccolo monovolume, senza peraltro offuscarmi la visuale con carichi troppo alti.
    Sono pronto a partire.

    Prima tappa sarà Ancona da dove un traghetto mi porterà ad Igoumenitsa in Grecia.
    Posso anticipare che autostrada e carburante in Italia sono più costosi che nel resto del viaggio, ma penso nessuno avesse dubbi.
    Le procedure d'imbarco ad Ancona sono piuttosto semplici ma lente, tanto che sebbene sia bassa stagione ed il traghetto mezzo vuoto partiremo (ed arriveremo) con un'ora di ritardo.
    Per taccagneria ho scelto un biglietto di passaggio ponte, non ho pertanto una cabina, ma essendo bassa stagione, la discoteca è chiusa e posso comodamente dormire sui divanetti della summenzionata.
    Il bar della nave ha prezzi piuttosto malandrini, il ristorante non lo guardo nemmeno, tanto mi ero portato dei viveri.

    Ad Igoumenitsa arriviamo dopo un emozionante alba, con circa 45' di ritardo. Vado subito alla ricerca di un negozio di alimentari per fare colazione e poi, fatto il pieno mi metto in moto.
    Le autostrade greche sono decisamente poco trafficate per i nostri standard ed il viaggio scorre tranquillo tra paesaggi talvolta brulli e talvolta molto verdi. Imprevedibilmente incontro spesso banchi di nebbia, però ben meno insidiosi di quelli padani.
    Qui all'ingresso non si prende alcun biglietto, si paga un pedaggio fisso già comunicato da evidenti cartelli mentre ci si avvicina al casello, velocizzando così i tempi di ingresso e di uscita.
    Io farò un coast to coast della autostrada Egnatia, ma dovrò comunque fermarmi ad un numero elevato di caselli per una spesa totale di circa 19 euro per circa 650km. Il gasolio è leggermente meno caro che in Italia (oscilla tra 1,4 ed 1,5 € al litro) ma nel bel paese si trovano molte più aree di sosta attrezzate con autogrill e distributori.
    Ad uno dei rari autogrill, nei pressi di Tessalonicco, mi fermo a mangiare un boccone. Curiosamente sui muri ci sono delle scritte italiane e tra queste "felicità è un bicchiere di vino con un panino"...
    Il parco macchine fa passare la mia piccola monovolume quasi per una bella auto e mi pare di capire che in Grecia la situazione economica e finanziaria sia ancora piuttosto cupa.
    Alla frontiera sia in ingresso che in uscita nessuno controlla il mio evidente carico.

    Cosa che invece accade non appena entro in suolo turco.
    Vengo invitato a scaricare i cartoni che non vengono aperti ma passati ai raggi X, facendomi perdere più di mezzora.
    A domanda loro dico di essere in transito ma mi guardo bene dal dire loro la mia destinazione finale, così come esibirò sempre la Carta d'identità invece del passaporto su cui si trovano innumerevoli timbri armeni.
    L'ingresso in autostrada provoca un altro shock emotivo.
    Il pedaggio nelle autostrade turche si può pagare solo con il sistema HGS, ossia una sorta di telepass che viene venduto solo negli uffici postali con le inevitabili limitazioni di orario e difficoltà a trovarli per un turista.
    Ho letto che si può comunque entrare ed uscire purchè entro 15 giorni si provveda a comprare tale HGS debitamente caricato.
    Si perchè non si può abbinare ad una carta di credito (a meno di non essere possessori di una carta di credito delle poste turche) ma solo precaricarlo in contanti, sebbene da nessuna parte di trovi indicazione dell'importo dei pedaggi.
    Forte di questa notizia entro in un'autostrada di recente costruzione e dall'ottimo manto.
    All'arrivo in Hotel sono le 21 e chiedo nuovamente loro che mi organizzino per il giorno dopo un tampone molecolare a domicilio.
    Il PCR è richiesto per entrare in Georgia e l'hotel mi aveva assicurato che sarebbe stato possibile ottenerlo a domicilio.

    La mattina dopo, all'orario convenuto, nessuno si presenta. La reception li chiama e mi dicono di recarmi nel più vicino ospedale.
    Io sono pure senza internet sul telefono, da quando ho lasciato la grecia e la UE, ma per fortuna avevo scaricato delle preziose mappe che funzionano offline. Lungo la strada un ufficio postale ha appena aperto, riesco così a comprare l'agognato HGS. Il commesso mi suggerisce di caricare 300 lire in base al mio percorso, ma in contanti ne ho solo duecento. Spero che bastino, altrimenti lascerò puffi...Trovo poi l'ospedale ed uno dei pochi infermieri che parli inglese mi dice che i loro test sono validi solo per la Turchia e non per l'estero. Mi suggerisce di andare in centro ad Istanbul, roba da mezza giornata con il traffico della capitale turca. Provo così ad andare in aeroporto dove so esserci dei laboratori che funzionano 24/7. C'è solo un problema: in aeroporto ti lasciano entrare solo se hai un volo...riesco però ad impietosire gli addetti ai controlli, effettuo il test ed in tempi rapidissimi per un PCR ottengo il risultato. Torno in albergo per recuperare il mio zaino, ma finisco per partire alle 13, cinque ore dopo il previsto.
    Inevitabilmente devo cambiare tabella di marcia. Mi fermerò all'incirca 200km prima del previsto, alla periferia di Samsun dove arrivo alle 22 passate. Devo dire che sia le autostrade che le superstrade turche sono piuttosto scorrevoli, ma spero non ci fossero troppi controlli della velocità perchè dopo l'imbrunire accelero un po' troppo il passo.

    L'indomani parto poco dopo le nove seguendo una infinita strada rettilinea che costeggia il Mar Nero. Questo lo trovo meglio di quanto mi aspettassi ma praticamente non esistono spiagge. Attraverso alcuni piccoli borghi abbastanza deprimenti, ma quasi ovunque noto imponenti lavori ed investimenti in infrastrutture. A Trebisonda mi trovo anche imbottigliato nel traffico, ma non è un trauma per chi ha affrontato il GRA e la tangenziale milanese...
    Poco prima del confine con la Georgia la svolta: il navigatore mi suggerisce di abbandonare la costa e di affrontare una strada, parzialmente tortuosa, che mi porterà ad accorciare sensibilmente il chilometraggio totale.
    Ad Hopa, deprimente cittadina litoranea, prendo quindi per Artvin. Mi trovo a fare una strada tutta curve e piuttosto stretta per almeno una settantina di chilometri, ma i panorami sono veramente strepitosi: un lungo canyon, con un lago artificiale in mezzo al nulla per km. E per nulla intendo il nulla...nemmeno un paese o un distributore, ed io sono in riserva.
    Quando arrivo al primo paese, Savsat, dove avevo deciso di fermarmi, il display indica zero come percorrenza residua.
    Per fortuna trovo un distributore dove faccio il pieno. Qui, anche grazie alla svalutazione della lira turca, il carburante per noi ha costi vantaggiosi, circa 0,7€ per un litro di gasolio.
    Oltre al carburante trovo pure un hotel carino dai prezzi economici (24 euro per una camera spaziosa e pulita, cena e colazione).
    Tutto troppo bello per essere vero.

    La frontiera georgiana è a circa 150 km da qui, posso prendermela comoda e mi fermo ad ammirare alcuni splendidi paesaggi dapprima alpini e boschivi, poi brulli e stepposi. La voce di Erdogan e dei suoi deliri mi accompagnano mentre valico un passo a 2500 metri, poi fatto ancora un rabbocco di carburante, giungo alla dogana.
    Qui mi dicono che, per via del covid, possono passare solo i camion. Mi viene da piangere: devo tornare indietro.
    Tra andata e ritorno almeno 500km in gran parte di strade tortuose e complessivamente quasi un giorno di viaggio buttati nel cesso.
    Quando arrivo all'unica frontiera aperta, quella di Batumi (il giorno prima ero ad Hopa, 20 km da lì) sono le 16 passate.
    In uscita i controlli turchi sono decisamente soft, praticamente inesistenti.
    Forse avrebbero potuto essere un po' più approfonditi quelli all'ingresso in Georgia, ma insieme ai doganieri locali c'è pure un poliziotto italiano che mi sponsorizza e mi basta aprire uno dei cartoni per poter passare.
    Devo comprare l'assicurazione temporanea. Probabilmente mi gabbano, ma la spesa è comunque meno di 15 euro.

    Avevo sempre sentito definire Batumi come la perla del mar nero. Boh a me è sembrata orribile e caotica.
    Quando ne esco è l'imbrunire e mi trovo ad attraversare la Georgia al buio, spesso transitando su strade non asfaltate o in rifacimento e quindi con fondo dissestato. Alcuni tratti autostradali (gratis) sono invece ottimi ed illuminati a giorno.
    Verso mezzanotte sono a Tbilisi ma decido di fare rifornimento (gasolio circa 0,8€ litro) e proseguire per avvicinarmi al confine.

    Il guaio è che per un pezzo non trovo alcun hotel lungo la strada e non avendo accesso internet non posso fare ricerche nei dintorni.
    Quando ne trovo uno è quasi l'una e mezza e già il nome Kavkaz suona male e mi invita a proseguire ma rischio di non trovare altro. Il giovane receptionist mi accompagna in quella che forse è la camera più triste, ostelli inclusi, della mia vita di globetrotter.
    Il prezzo non è nemmeno poi così basso: 18 euro senza colazione. Però ho l'accompagnamento musicale...
    Nel seminterrato è in corso un party e la musica martellerà timpani e zebedei fino alle due passate.
    Avevo anche provato a scendere per lamentarmi, ma quando mi sono trovato davanti un tipo ubriaco, in costume, ciabatte incrociate, torso nudo ed un asciugamano sulle spalle, ho capito che sarebbe stato inutile.
    Quando la musica smette, lascia il posto ai latrati dei cani randagi.
    Stanco come ero dopo circa 15 ore al volante, crollo e mi sveglio verso le sei quando dalla stanza a fianco giungono inequivocabili rumori di accoppiamento.
    Alle otto salgo in auto ed alle nove raggiungo la frontiera, però scoprirò che apre solo alle dieci per le auto.

    L'ingresso in Armenia è abbastanza facile. Sebbene il mio armeno sia molto limitato viene apprezzato ed anche in questo caso si fidano di me e del contenuto dei miei cartoni. Devo però pagare una sorta di ecotassa (circa 18 euro) e provvedere a registrare l'auto che viene così autorizzata a circolare per un massimo di sei mesi. Questa volta gli assicuratori non mi fregano.
    Ci provano ma gli passo mia moglie al telefono e spunto una tariffa decisamente migliore.
    Dalla frontiera Sadakhlo/Bagratashen a Yerevan si viaggia piuttosto bene, in particolare gradisco il rifacimento del manto nella zona di Dilijan, ma devo prestare attenzione ai limiti di velocità. Ci sono molti radar ed in alcuni casi in zone in cui il limite è 70km all'ora (sebbene il limite massimo in autostrada sia 110).
    Quando, poco dopo il lago Sevan, la radio trasmette una canzone di Adriano Celentano, capisco di essere ormai a casa...ed anche l'ingresso nel traffico caotico di Yerevan si rivela meno traumatico del previsto...3850 km, 50 ore alla guida...
     
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    ... belin che avventura ...
    un saluto e beato te che sei fuori dal delirio italico - draghesco
    Piero
     
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    CITAZIONE (Nihil Obest @ 28/10/2021, 22:02) 
    ... belin che avventura ...
    un saluto e beato te che sei fuori dal delirio italico - draghesco
    Piero

    In una società di rettiliani e dinosauri, il minimo è avere dei Draghi al governo...

    Ah, avevo scordato di dire che la notizia della patente internazionale obbligatoria la avevo ottenuta sul sito "viaggiaresicuri", puntuale anche nel precisare che per entrare in Georgia via terra serva PCR test anche in presenza di green pass.
    Quello che però il sito viaggiaresicuri non specifica è che ci siano alcune frontiere terrestri chiuse al traffico turistico.
    Non mi sembra un'informazione di poco conto e che mi avrebbe fatto arrivare a destinazione un giorno prima...
    Proverò a segnalare loro questa mancanza.
     
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    Segnalazione effettuata, vediamo se aggiornano.

    Per chi fosse interessato a viaggiare in Turchia, oltre alle difficoltà per acquistare la "vignetta" HGS (in vendita solo negli uffici postali ed acquistabile solo in contanti o con carta di credito delle poste turche...) segnalo le difficoltà per ricaricare il credito.
    Oltre che negli uffici postali pare sia ricaricabile anche in alcune stazioni di servizio.
    Mi sarò fermato in almeno 20 senza successo...poi ho scoperto che quelle che offrono tale servizio hanno un cartello prima dell'ingresso all'area con una scritta arancione (solo in turco...). In circa mille chilometri ho visto solo due stazioni operative.
    La prima ero in sorpasso e non sono riuscito a rientrare. Nella seconda mi è stato detto che il sistema era guasto...
    Morale della favola: il gentile dipendente delle poste mi aveva suggerito, in base al mio itinerario, di caricare circa 300 lire. In contanti ne avevo solo 200 ed il bancomat non funzionava. Credo di essermi salvato dal finire in rosso se oltre alle ricariche quel pomeriggio non funzionava pure il sistema di addebito.

    Ad oggi una app scaricata appositamente per controllare il saldo, mi indica un credito di 14 lire...se vado in rosso lascio il puffo, tanto ormai sono fuori dalla Turchia...Ma va detto che se la polizia vi sgamasse prima di uscire dal paese, alla frontiera sareste tenuti a pagare 11 volte i pedaggi non riscossi.
    Si tratta di un sistema ostile per i turisti (senza contare che io sono stato fortunato a trovare uno dei pochi postali che parlasse inglese) per le difficoltà di acquisto e di ricarica della vignetta...forse volutamente, per complicare la vita ed esigere poi il pagamento con gli interessi.
    Per contro devo dire che le strade turche le ho trovate mediamente in ottime condizioni e con traffico scorrevole
     
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    Il sito viaggiaresicuri ha recepito la mia segnalazione ed è stato aggiornato :-)
     
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    Con colpevole ritardo segnalo un interessante documentario andato in onda sulla Rai.
    E' incentrato sulla guerra terminata a novembre 2020 nell'Artsakh e sulle conseguenze che ancora oggi, a conflitto ufficialmente terminato, gli Armeni continuano a vivere sulla propria pelle. Tra le righe si capisce qualcosa della mentalità e delle cultura armena.
    Non so per quanto ancora ma al momento sul servizio raiplay è ancora visibile:

    https://www.raiplay.it/video/2021/11/Speci...61b223c7a2.html

    Servizio ben fatto. Peccato abbiano taciuto il fatto che il governo italiano abbia chiuso gli occhi sulla vicenda.
    Del resto è notorio da dove arrivi il gas intubato nella famigerata TAP e i petroldollari azeri sono ben graditi alle istituzioni nazionali ed internazionali...Baku è 160esima nella classifica della libertà di stampa, commette sotto alla luce del sole crimini ed apologie di sterminio (chi vedrà il video scoprirà che a Baku c'è un parco tematico con trofei di guerra e grottesche caricature in cartapesta dei soldati armeni...roba che nemmeno il terzo reich...). Questo non le ha impedito di essere "ricompensata" con l'assegnazione di un GP di Formula1 e con la finale UEFA di alcuni anni fa.
    Caso volle che la finale fosse Arsenal-Chelsea...ed al tempo nei gunners militava Mkhitaryan.
    A costui fu impedito l'ingresso in azerbaijan e la partecipazione alla finale...la UEFA che si riempie la bocca con le parole "no racism" e "respect" non mosse un dito...così come le associazioni per i diritti umani...sempre pronte a tutelare solo che viene bene a loro.
    Avrei voluto vedere le reazioni mediatiche se dalla finale fosse stato escluso, per motivi etnici e religiosi, un giocatore nero o ebreo o gay...apriti cielo...
     
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    Buonasera, con alcuni giorni di ritardo segnalo la vittoria della concorrente armena nel concorso "Junior Eurovision".
    Già la versione adulti in Italia è quasi sempre stata ignorata (direi pure giustamente) fino alla vittoria dei Maneskin in primavera. Figuriamoci l'edizione giovanile. Inoltre è un concorso anche piuttosto manovrato e politicizzato, non manca chi dice che la vittoria sia un piccolo risarcimento per la guerra persa in Nagorno Karabagh e per il mancato intervento europeo.
    Nei paesi dell'est europa tuttavia è un concorso ancora molto popolare.
    In base al regolamento l'Armenia ospiterà la prossima edizione: un po' di turismo legato all'evento non guasterà all'asfittica economia di questa piccola nazione. Sperando che nel frattempo si possa viaggiare un po' più liberamente.
    Ah, giusto per conoscenza: qui si continua a vivere normalmente. La mascherina, anche al chiuso, siamo in pochi ad usarla e tutte le attività sono aperte: bar, ristoranti, palestre.
    Io mi accingo a festeggiare il mio solito doppio Natale: Cattolico ed Apostolico
    Colgo l'occasione per porgere a tutti i miei migliori auguri di buon Natale e felice anno nuovo

    Per chi fosse interessato, questo è il link alla canzone vincitrice:


    Edited by Bezimen - 4/1/2022, 18:06
     
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    Buongiorno, tra festeggiamenti per il Natale Cattolico, Capodanno e Natale Armeno apostolico sono due settimane che sono all'ingrasso. Oggi vorrei parlare del ghapama, sperando di non aver fatto casino a pubblicare una foto non mia.
    E' un piatto tipico armeno molto scenografico, supercalorico ed estremamente gustoso.
    Si tratta di una zucca al forno ripiena di riso bollito condito con frutta secca e burro.
    Io, per stare più leggero, aggiungo anche un po' di miele alla mia porzione...
    La frutta secca qui raggiunge vette sublimi, soprattutto le albicocche il cui nome scentifico, non a caso, è prunus armeniaca.
    Shorhavor nor tarì e bari achordjak (buon anno e buon appetito)
     
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    ... presumo sia gustosissima ... grazie
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    CITAZIONE (Nihil Obest @ 8/1/2022, 16:11) 
    ... presumo sia gustosissima ... grazie
    Piero

    Personalmente la trovo un'ottima ricetta.
    La zucca non a tutti piace. Io la mangio volentieri in ogni modo: al forno con cipolle e rosmarino, in zuppa/vellutata, come torta e come ghapama. Peraltro è una delle poche verdure che si possono mangiare in inverno e dà un tocco di colore.
    Il riso qui utilizzato, come si vede in foto, è un tipo con i chicchi allungati, tipo Basmati, che generalmente proviene dall'Iran o dall'Asia. Anche la modalità di bollitura è diversa dalla nostra. Viene bollito in poca acqua, poi aggiungono del burro e coprono con un panno. Dopo averlo lasciato riposare e raffreddare, il riso viene messo nella zucca, condito con la frutta secca ed infornato.
    PS: oggi mi sono pesato...preso due kg e mezzo :-(
     
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    CITAZIONE (Bezimen @ 11/1/2022, 19:47) 
    CITAZIONE (Nihil Obest @ 8/1/2022, 16:11) 
    ... presumo sia gustosissima ... grazie
    Piero

    Personalmente la trovo un'ottima ricetta.
    La zucca non a tutti piace. Io la mangio volentieri in ogni modo: al forno con cipolle e rosmarino, in zuppa/vellutata, come torta e come ghapama. Peraltro è una delle poche verdure che si possono mangiare in inverno e dà un tocco di colore.
    Il riso qui utilizzato, come si vede in foto, è un tipo con i chicchi allungati, tipo Basmati, che generalmente proviene dall'Iran o dall'Asia. Anche la modalità di bollitura è diversa dalla nostra. Viene bollito in poca acqua, poi aggiungono del burro e coprono con un panno. Dopo averlo lasciato riposare e raffreddare, il riso viene messo nella zucca, condito con la frutta secca ed infornato.
    PS: oggi mi sono pesato...preso due kg e mezzo :-(

    ... la propongo a mia moglie ...
    saluti
    Piero
     
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    Il cibo dice tanto di una nazione, di un popolo e della loro storia.
    La cucina armena risente pesantemente degli influssi delle nazioni confinanti e spesso occupanti nel corso dei secoli: Persia, Impero Ottomano, Urss.
    Molti piatti poi sono diffusi in tutta l'area mediorientale, con leggere varianti in fatto di ingredienti o semplicemente di nome.
    Lo street food non fa eccezione.
    Va detto che qui è piuttosto inusuale consumare cibo mentre si cammina, per cui la definizione di "street food" è forse inappropriata. Forse sarebbe più giusto parlare di "fast food".

    Tra i piatti che la fanno da padrone non si può non citare il shaurma che è la versione locale di quello che in Italia viene venduto come "doner kebab". Oltre che in quella che oggi è chiamata Turchia ed un tempo era Armenia occidentale, numerosi armeni sono rientrati nella madrepatria da Libano e Siria per dedicarsi alla ristorazione e nei chioschi di strada e nei fastfood offrono solitamente questa specialità, magari abbinata ad una porzione di hummus, muhammara o mutabal salsette dense a base rispettivamente di ceci, peperoni e melanzane.
    Per uno shaurma la spesa varia in genere tra un euro ed un euro e mezzo. Mia moglie non sarà d'accordo ma non è sufficiente per sfamare un adulto. Potreste così integrare con altri tre piatti tipici della cucina da asporto:
    il lahmajun si può considerare la pizza mediorientale, diffusa dalla Turchia ai paesi arabi. Nella versione classica, equivalente alla nostra margherita, una pita viene condita con pomodoro, spezie e carne macinata e poi infornata per esservi servita proprio come una pizza. Raccomandabile spremere del limone sulla superficie prima di mangiarla. Come per la pizza sono poi nate varianti con ingredienti che vanno dal formaggio alle verdure. Anche qui il prezzo oscilla tra gli 80 centesimi e poco più di un euro.
    I piroshki sono un'eredità della dominazione sovietica. Sono una sorta di frittella che può essere ripiena di carne macinata, oppure di verdure (solitamente patate), oppure ancora essere serviti nella versione dolce con marmellata. I prezzi qui rasentano l'elemosina: da venti a quaranta centesimi di euro per ogni pezzo. Più pesanti sono però gli effetti su fegato e linea... essendo unti e bisunti, fritti in olii di dubbia provenienza. Quando vi vengono serviti potrete spolverare sulla loro superficie sale e paprika, di solito da contenitori che hanno abbondantemente superato l'età della pensione... :D
    Il khachapuri è una ricetta assimilata dalla cucina georgiana. Nella versione più semplice si tratta di una sfoglia ripiena di formaggio. Ne ho trovate molte di dubbia qualità: troppo secche e con pochissimo ripieno forse per far fronte a prezzi eccessivamente bassi. Anche qui infatti bastano di solito trenta centesimi di euro per una porzione.
    Per superare la delusione del khachapuri di strada ogni tanto mia suocera mi prepara la versione "agiara" (una regione della Georgia) e qui si che le papille gustative festeggiano.
    L'ajarian khachapuri si ottiene creando una barchetta di pasta (simile al pan-focaccia) il cui incavo viene riempito di formaggio filante (la mozzarella qui è sostituita dal georgiano "suluguni") e poi infornata. A cottura quasi ultimata si aggiungono a piacimento una o più uova e si prosegue la cottura in forno. Una spolverata di sale&pepe più riccioli di burro completano il piatto.
    A cottura ultimata l'aspetto è decisamente gradevole ed invitante. All'assaggio poi non riuscirete a trattenervi dal mangiarlo tutto, sebbene la digestione sia piuttosto lenta e laboriosa facendovi sprofondare in catalessi per un paio di ore.
    Per semplicità di caricamento ricorro ad una foto trovata su internet.
    Buon appetito

    2003240550Tyoiw5

    Edited by Bezimen - 31/1/2022, 10:08
     
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    ... grazie, la foto è davvero invitante ...
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    CITAZIONE (Nihil Obest @ 30/1/2022, 17:26) 
    ... grazie, la foto è davvero invitante ...
    saluti
    Piero

    Confermo, è davvero gustoso.
    I cornini alle due estremità di solito vengono strappati per essere pucciati nell'intingolo di uovo, burro e formaggio.
    Altri mi hanno suggerito di mescolare l'intingolo con una forchetta, rigando il pane sottostante che così assorbe meglio quei sapori

    Per i più golosi aggiungo foto anche di:

    LAHMAJUN
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    ... che meraviglia ...
    Piero
     
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