"Caffè Zibaldone"

...Signori si nasce

un fatto vero durante la II guerra mondiale

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    Muro o non muro...TRE PASSI AVANTI!

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    Genova è stata appena occupata dalle truppe anglo-americane, nelle vie del centro è un viavai di willis, di dodge e di alcuni sherman, la gente applaude e lancia fiori ai futuri padroni che, a loro volta, lanciano caramelle, cioccolate, sigarette e sorridono a trentadue denti.
    La guerra, appena finita sembra lontana, tranne che per una cosa: la caccia, mortale, allo sconfitto.
    Sulla via che porta a Bargagli e, da lì verso Piacenza, costeggiando sulla sinistra il torrente Bisagno, l’umore delle persone sui mezzi che arrancano in quella salita tutta curve, è ben diverso da quello che si respira in città nello stesso istante.
    Su quei mezzi ci sono gli sconfitti, i perdenti: i tedeschi.
    Sulla strada, si uniscono a questa mesta colonna, uomini e automezzi della ormai quasi inesistente Repubblica Sociale Italiana; ci si saluta senza parlare e si divide il cammino.
    Qualche “eroe” dell’ultima ora, ben al sicuro dentro le mura domestiche, tira fuori il fucile da caccia e, dalla finestra di casa spara verso l’autocolonna, gridando: vigliacchi, scappate eh? Basta dirigere verso la finestra un cannone anticarro (scarico) per mettere a tacere la prossima “medaglia d’oro della resistenza”…qualcuno ride ma è un riso nervoso, amaro.
    I volti di questi uomini, ragazzi, alcuni veri e propri “bambini”, sono quelli di chi è conscio di avere perso tutto.
    Non solo di avere perso una guerra ma, di avere perso, senza poterlo ritrovare mai più, un mondo, seppur non perfetto, ed un sistema di vita che sarà spazzato via, dalla “cultura” dei vincenti.
    Lo sconforto è generale, qualcuno prova a cantare, perché nella sconfitta come nella vittoria il canto è linfa vitale, aiuta ad andare avanti, a sopravvivere ma, dura poco.
    Il cammino prosegue, alcuni mezzi finiscono il carburante e chi vi era sopra o sale su di un altro camion o prosegue a piedi, si abbandonano i cannoni, inutili, e altre cianfrusaglie ritenute palle al piede dai superiori; si cerca di stare il più leggeri possibile per consumare meno carburante.
    Viaggiando come delle lumache si arriva a Torriglia, amena località di vacanza dei genovesi, situata in alta collina, contornata da vette, su tutte il Monte Antola (1300 mt), patria del “canestrello” biscotto a forma di fiore, tutto burro, uova e zucchero.
    La colonna si ferma per riposare, fare la conta e decidere la strada da prendere.
    Di mangiare non parla nessuno ma, la fame è tanta e “nera” per tutti, ma, sui mezzi non c’è nulla di commestibile.
    In piazza c’è una fontana, qualcuno beve, giusto per riempirsi lo stomaco.
    Alcuni soldati teutonici si avventurano per i viottoli e, trovata una stalla entrano dentro, prendono un secchio, mungono la mucca, bevono il latte e rubano due uova.
    Le case sembrano deserte, nessuno osa uscire, le notizie della radio hanno dato Genova “libera” ma qui non sanno come questi soldati, gli odiati crucchi potrebbero comportarsi, che reazione potrebbero avere, da sconfitti, sono in ritirata ma, sono pur sempre armati.
    Un ufficiale tedesco ha osservato i suoi soldati entrare nella stalla; li richiama, li rimprovera e, con brusche parole, incomprensibili ai locali, ordina loro di tornare ai mezzi, mentre lui, l’ufficiale, si dirige verso la casa alla quale, latte e uova appartenevano.
    La famiglia osserva, terrorizzata, dagli scuri e prega che l’ufficiale desista dal suo intento e torni indietro.
    Invece il tenente arriva alla porta e bussa, nessuno risponde e tutti trattengono il fiato, l’ufficiale è ostinato, ribussa e silenzio di nuovo; alla quarta volta, il capofamiglia, conscio che così non si poteva andare avanti apre la porta, pronto ad affrontare il tedesco.
    Come la porta si apre l’ufficiale esclama : buongiorno è sua quella stalla? Si risponde
    il nostro uomo, è mia, allora il tedesco dice al capofamiglia: quanto le devo? L’uomo non capisce, devo?
    Cosa devo? Replica l’ufficiale si, quanti soldi per latte e uova io dovere dare tu, contadino?
    Si va avanti ancora per cinque minuti, poi alla fine l’ufficiale lascia all’uomo una cifra in marchi si allontana, sale sul camion e la colonna riparte verso l’ignoto.
    Il respiro di sollievo dei famigliari del contadino “accompagna” i soldati sino in Germania…
    Passano dieci anni, l’Italia si sta riprendendo velocemente, la ricostruzione procede lesta e con lei, speculazioni, sotterfugi, ruberie che, nel corso degli anni aumenteranno sempre più e resteranno impunite; nonostante questo, continua ad attirare migliaia di turisti da tutta Europa e dal mondo che visitano le sue bellezze uniche, sia naturali che culturali.
    L’estate a Torriglia è un toccasana, niente afa cittadina, tanto verde e cibo genuino; è domenica, la gente esce dalla Chiesa dove era entrata per la funzione festiva, vicino al portone centrale è fermo un uomo alto, biondo con i capelli a spazzola, accanto a lui una giovane donna decisamente carina che, attira l’attenzione di tutti i ragazzotti del paese e, con la coppia, due bambini biondissimi e molto vivaci.
    L’uomo sembra cercare qualcuno ma appare indeciso su chi dirigersi, quando, finalmente riconosce il proprietario della stalla, dove i suoi uomini, dieci anni prima, avevano rubato latte e uova.
    Gli va incontro a braccia aperte, con moglie e figli al seguito, il fattore subito non capisce ma poi, si apre in un sorriso e si abbracciano davanti a tutti, qualcuno osserva senza intendere, altri si fanno domande, altri come da prassi paesana, spettegolano.
    L’ex ufficiale è vicino alle lacrime e presenta la sua famiglia al contadino che, a sua volta, con voce commossa racconta la loro storia, la sua paura di allora e l’inaspettato finale.
    Sono rimasti da soli sul piazzale, all’ombra e al fresco dei platani, l’anziano fattore scherza e gioca con i figli del tedesco come se fosse il loro nonno…la guerra, è davvero finita.

    ...questo mio racconto, basato su di un fatto realmente accaduto, è stato scelto come brano del mese e, inserito nella sezione "Bravo Bravissimo" del forum Nati per Scrivere...
    saluti
    Piero e famiglia


    Edited by Nihil Obest - 14/9/2018, 12:47
     
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0 replies since 2/5/2016, 13:38   112 views
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