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Marko' blog
Non fu Hitler a rifiutarsi di salutare Owens, ma bensì
il democraticissimo Roosevelt
Incredibile come a volte la realtà sia ben diversa (se non opposta)
a quanto normalmente si creda!
Berlino 1936, le vittorie di Owens, l'imbarazzo di Roosevelt
Questa domenica Paolo Mieli presenta sul Corriere della Sera il libro
"Le Olimpiadi dei nazisti. Berlino 1936", di David Clay Large,
in uscita per Corbaccio.
Secondo la vulgata, ripresa dallo stesso Mieli, le quattro medaglie
d'oro (cento e duecento metri, salto in lungo, staffetta 4x100) vinte
all'Olympiastadion di Berlino dall'americano di colore Jesse Owens,
"provocarono grande stizza in Adolf Hitler il quale, secondo
i resoconti dell'epoca, non volle in alcun modo congratularsi
con lo sportivo afroamericano che con la sua stessa presenza
alla competizione sportiva - e salendo poi sul podio - aveva infranto
il più grande tabù della Germania nazista".
Curiosamente però, quando Mieli lascia la parola allo stesso Owens,
lo scenario cambia e la tesi della "stizza" di Hitler sembra più difficile
da sostenere: "Quando passai il cancelliere si alzò in piedi, mi salutò
con la mano e io risposi al suo saluto", disse infatti in seguito l'atleta
statunitense (ma la citazione completa, che Mieli non riporta, è molto
più significativa, e dovremo tornarci).
Owens peraltro definirà Hitler "un uomo di grande dignità"
e rimproverò invece al suo presidente, Franklin Delano Roosevelt,
di non avergli mandato "nemmeno un telegramma" di congratulazioni.
E' interessante notare - cito sempre dall'articolo di Mieli - come
in America i circoli ebraici si impegnarono a fondo, inutilmente,
per convincere la delegazione americana a boicottare le Olimpiadi,
mentre gli afroamericani si divisero.
Il New York Amsterdam News, giornale della comunità nera,
fece propaganda per il boicottaggio.
Ma lo sprinter di colore Ralph Metcalfe (sarà medaglia d'argento
nei 100 metri a Berlino), che aveva partecipato a un meeting di atletica
nella Germania nazista di fine 1933, paragonava il trattamento
ivi ricevuto ("da re") con quello riservato ai neri in alcuni Stati
americani, dove era loro proibito perfino gareggiare con i bianchi
e alloggiare negli stessi campus.
Ma torniamo a Owens. Nella sua autobiografia (cito da Vittorio
Messori, Le cose della vita, Sugarco) l'atleta smentì con chiarezza
la presunta "stizza" del Fuhrer all'Olympiastadion.
Ecco la citazione integrale: "Dopo essere sceso dal podio del vincitore,
passai davanti alla tribuna d'onore per rientrare negli spogliatoi.
Il Cancelliere tedesco mi fissò, si alzò e mi salutò agitando la mano.
Io feci altrettanto, rispondendo al saluto. Penso che giornalisti
e scrittori mostrarono cattivo gusto inventando poi un'ostilità
che non ci fu affatto".
Owens fu del resto celebrato nel superbo Olympia, il film
sulle Olimpiadi berlinesi che Hitler commissionò alla grande
regista Leni Riefenstahl.
Al ritorno in patria il campione olimpico invece non fu convocato,
come tutti si attendevano, alla Casa Bianca. Il presidente Roosevelt
era in piena campagna elettorale per la rielezione e non voleva
turbare l'elettorato razzista degli Stati del Sud.
Fu lui, e non Hitler, che in quel 1936 si rifiutò di "stringergli la mano
https://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&es...J7s4kMQ1C5ZtkXB
un saluto
Piero e famiglia. -
Giorgio An..
User deleted
Il succo del suo post, Piero, è proprio il motivo che mi fa rifuggire le letture (libri, giornali e mass-media in genere).
Quando sono andato a verificare personalmente ho trovato un'altra realtà.
Proprio martedì u.s. ero in automobile ed ascoltavo Radio1 che parlava di vaccini ed in quel preciso momento era in onda l'avv., principe del foro e non solo, Nino Marazzita che propalava tante di quelle bestialità da far accapponare la pelle, dimostrando di non conoscere le leggi ed i regolamenti. Questo non lo dico io ma il presidente della regione Veneto: Luca Zaia, che poco prima in una TV privata aveva sostenuto l'esatto contrario, dal momento che ero andato a verificare quest'ultimo era nel giusto, veda lei!. -
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... io invece continuo a leggere e a istruire i nostri figli e nipoti; sarà una goccia ma è il mio modo di combattere ...
un saluto
Piero e famiglia. -
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... giustamente ripropongo ... . -
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Ma vedi siamo sempre alle solite....l'importante e' far credere delle balle.
Come la storiella del Napoleone negro che batte caccia via lo Zar e vince su Wellington, fantasie e palle....
Solo che sarebbe ora di smontare le palle e ristabilire l'unica cosa che a noi piace.
La verita'. -
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... esatto ... . -
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... a proposito di verità ...
#entry647028964
un saluto.