"Caffè Zibaldone"

Le analogie di 3 regni nell'arco della storia che ho notato

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    Gothorum Nobilis Victoria (Alzati in piedi o muori)

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    Facendo una riflessione....ho notato che per certe cose potrebbero finanche essere spiritualmente lo stesso impero che ritorna....e ahime....nel duello eterno tra Bulgaria e Khazaria purtroppo la seconda sta vincendo.

    Ma intanto partiamo con un piccolo riassunto di quello che viene detto delle 3 potenze qui citate usando fondi tradizionali

    Atlantide fonte: Wikipedia


    Atlantide (AFI: /aˈtlantide/[1][2]; in greco Ἀτλαντὶς νῆσος, "isola di Atlante")[3] è un'isola leggendaria, il cui mito è menzionato per la prima volta[4] da Platone nei dialoghi Timeo (17a-27b) e Crizia, nel IV secolo a.C.

    Secondo il racconto di Platone, Atlantide sarebbe stata una potenza navale situata "oltre le Colonne d'Ercole", che avrebbe conquistato molte parti dell'Europa occidentale e dell'Africa novemila anni prima del tempo di Solone (cioè approssimativamente nel 9600 a.C.). Dopo avere fallito l'invasione di Atene, Atlantide sarebbe sprofondata "in un singolo giorno e notte di disgrazia" per opera di Poseidone. Il nome dell'isola deriva da quello di Atlante, leggendario governatore dell'oceano Atlantico, figlio di Poseidone, che sarebbe stato anche, secondo Platone, il primo re dell'isola.[5] La descrizione geografica sembra anche indicare le Americhe come un continente circondato da un vero mare, in contrapposizione al mar Mediterraneo, definito "un porto di angusto ingresso".[6]

    Essendo una storia funzionale ai dialoghi di Platone, Atlantide è generalmente vista come un mito concepito dal filosofo greco per illustrare le proprie idee politiche. Benché la funzione di Atlantide sembri chiara alla maggior parte degli studiosi, essi disputano su quanto e come il racconto di Platone possa essere ispirato da eventuali tradizioni più antiche. Alcuni argomentano che Platone si basò sulla memoria di eventi passati come l'eruzione vulcanica di Thera o la Guerra di Troia,[7][8] mentre altri insistono che egli trasse ispirazione da eventi contemporanei come la distruzione di Elice nel 373 a.C. o la fallita invasione ateniese della Sicilia nel 415–413 a.C.

    La possibile esistenza di un'autentica Atlantide venne attivamente discussa durante l'antichità classica, ma fu generalmente rigettata e occasionalmente parodiata da autori posteriori. Quasi ignorata nel Medioevo, la storia di Atlantide fu riscoperta dagli umanisti nell'era moderna. La descrizione di Platone ha ispirato le opere utopiche di numerosi scrittori rinascimentali, come La nuova Atlantide di Bacone. Al tema sono state dedicate alcune migliaia di libri e saggi.[9] Atlantide ispira la letteratura contemporanea, soprattutto quella fantasy, ma anche la fantascienza, i fumetti, i film, i videogiochi, essendo divenuta sinonimo di ogni e qualsiasi ipotetica civiltà perduta nel remoto passato.

    Antichità

    Al di fuori dei dialoghi Timeo e Crizia di Platone, non esistono prove concrete su Atlantide. Nonostante alcuni nell'antichità avessero ritenuto un fatto storico il racconto riportato da Platone, il suo allievo Aristotele non diede peso alla cosa, liquidandola come un'invenzione del maestro. Ad Aristotele é infatti attribuita la frase "L'uomo che l'ha sognata, l'ha anche fatta scomparire."[24][25]

    Alcuni autori antichi videro Atlantide come frutto dell'immaginazione mentre altri credettero fosse reale.[26] Il primo commentatore di Platone, il filosofo Crantore da Soli, allievo di Senocrate, a sua volta allievo di Platone, è spesso citato come esempio di autore che ritenne la storia un fatto autentico, in quanto gli fu riferito di cronache su Atlantide scritte sulle stele dell'antico tempio di Sais in Egitto.[27] Proclo riferisce in proposito:

    «Con tutto il rispetto per l'intero racconto di Atlantide, alcuni affermano che é storia vera: questa é l'opinione di Crantore, il primo commentatore di Platone, il quale sostiene che il filosofo venne deriso dai suoi contemporanei per non essere lui l'inventore della Repubblica, essendosi sempre limitato a trascrivere ciò che gli Egiziani avevano scritto sull'argomento. [...] Crantore aggiunge che questo è confermato dai profeti degli Egiziani, i quali affermano che i particolari, così come li ha narrati Platone, sono incisi su alcune colonne che si conservano ancora.»
    (Proclo, Commento al Timeo di Platone Libro I, 76, 1-15[28])

    L'opera di Crantore, un commento al Timeo di Platone, è perduta, ma essa ci è nota grazie alla suddetta testimonianza di Proclo, che ne scrisse sette secoli dopo.[29] Un altro filosofo dell'antichità che credette nell'esistenza del luogo mitico citato da Platone fu Posidonio di Rodi (II-I secolo a.C.), secondo quanto riferisce Strabone.[30]

    Il racconto di Platone sull'Atlantide può inoltre avere ispirato imitazioni parodiche: scrivendo solo pochi decenni dopo il Timeo e Crizia, lo storico Teopompo di Chio narrò di una terra in mezzo all'oceano conosciuta come Meropide (ovvero terra di Merope). Questa descrizione era inclusa nel libro VIII della sua voluminosa Filippica, che contiene un dialogo tra re Mida e Sileno, un compagno di Dioniso. Sileno descrive i Meropidi, una razza di uomini che crescevano al doppio dell'altezza normale e abitavano due città sull'isola di Meropis (Cos?): Eusebes (Εὐσεβής, "città pia") e Machimos (Μάχιμος, "città combattente"). Egli inoltre scrive che un'armata di dieci milioni di soldati attraversarono l'oceano per conquistare Iperborea, ma abbandonarono tale proposito quando si resero conto che gli Iperborei erano il popolo più fortunato del mondo. Heinz-Günther Nesselrath ha argomentato che questi e altri dettagli della storia di Sileno sono intesi come imitazioni ed esagerazioni della storia di Atlantide, allo scopo di esporre al ridicolo le idee di Platone.[31]

    Zotico, un filosofo neoplatonico del III secolo a.C., scrisse un poema epico basato sul racconto di Platone.[32]

    Diodoro Siculo (I secolo a.C.)[33] - confermato sostanzialmente da Plinio il Vecchio (I secolo d.C.) - collocava la capitale di Atlantide a Kerne, avamposto cartaginese sulla costa atlantica dell'Africa fondato da Annone il Navigatore: probabilmente nel Río de Oro, ex Sahara spagnolo.[34]

    Lo storico romano del IV secolo d.C. Ammiano Marcellino, dissertando sulle perdute opere di Timagene, uno storico attivo nel I secolo a.C., scrive che i Druidi della Gallia riferirono che parte degli abitanti di quella terra erano migrati lì da isole lontane. Alcuni hanno inteso che si parlasse di sopravvissuti di Atlantide giunti via mare nell'Europa occidentale, ma Ammiano in realtà parla di "isole e terre oltre il Reno"[35], un'indicazione che gli immigrati in Gallia vennero dal Nord (Britannia, Olanda o Germania).[36] Secondo Diodoro Siculo, comunque, i Celti che venivano dall'oceano adoravano gli dei gemelli Dioscuri che apparvero loro provenienti dall'oceano.[37]

    Durante il Medioevo l'argomento fu pressoché ignorato. Un trattato ebraico sull'astronomia computazionale datato al 1378-1379, apparentemente una parafrasi di una precedente opera islamica a noi ignota, allude al mito di Atlantide in una discussione concernente la determinazione dei punti zero per il calcolo della longitudine.[38]

    Secondo invece alcune recenti ricerche di vari studiosi e di archeologi moderni, Atlantide può effettivamente riferirsi a Troia.[senza fonte]



    Babilonia fonte Wikipedia


    Babilonia (detta anche Babele, Babel o Babil, 𒆍𒀭𒊏𒆠, in accadico: Bābilim, in sumerico: KÁ.DINGIR.RAKI, in arabo: بابل, in aramaico: Bābil) era una città della Mesopotamia antica, situata sull'Eufrate, le cui rovine coincidono oggi con la città di Al Hillah, nella Provincia di Babilonia in Iraq a circa 80 km a sud di Baghdad. A partire dai primi anni del II millennio a.C. questa città, fino ad allora di minore importanza, diventa la capitale di un regno che gradualmente stava estendendo il suo dominio in tutta la Mesopotamia meridionale e oltre. Nel VI secolo a.C. Babilonia raggiunse il suo apice, durante il regno di Nabucodonosor II che estese l'impero fino a dominare gran parte del Medio Oriente. In questo periodo è la più grande città del mondo estendendosi per circa 1000 ettari (10 km²). Il suo prestigio si estendeva oltre la Mesopotamia, soprattutto per via dei famosi monumenti che lì erano stati edificati, come le sue alte mura, le sue ziqqurat (Etemenanki) che potrebbero aver ispirato il racconto biblico della Torre di Babele e dei suoi leggendari giardini pensili, la cui posizione non è stata, tuttavia, mai identificata.[1][2][3]

    Babilonia occupa un posto speciale anche per il mito correlato al suo lento declino e al successivo abbandono che si è avuto nei primi secoli del primo millennio d.C. Questo mito è sostenuto da diversi scritti biblici e in quelli degli autori greco-romani. Il suo sito, la cui posizione non fu mai dimenticata, non è stato oggetto di scavi rilevanti fino all'inizio del XX secolo, quando vennero riportati alla luce i principali monumenti sotto la direzione dell'archeologo tedesco Robert Koldewey. Da allora, l'importante documentazione archeologica ed epigrafica scoperta in città, integrate da informazioni provenienti da altri antichi siti legati alla città, hanno fornito una rappresentazione molto accurata della Babilonia antica, superando i racconti mitologici. Nonostante ciò, rimangono alcune zone d'ombra su uno dei siti archeologici più importanti del Vicino Oriente antico, mentre le prospettive per nuove ricerche sono ridotte a causa della situazione politica in Iraq creatasi dalla fine del XX secolo.


    La più antica fonte in cui si trova il nome "Babilonia" è una tavoletta risalente ad un periodo intorno al 2500 a.C. (primo periodo dinastico): vi si parla di una città chiamata BA7.BA7 o BAR.KI.BARKI, il cui sovrano (ENSÍ) commemora la costruzione del tempio del dio dAMAR.UTU che nei periodi successivi fu conosciuto con il nome sumero di Marduk, divinità protettrice di Babilonia.

    Il nome Babilonia deriva dal sumero Kadingira (KA.DINGIR.RAKI), la cui traduzione in accadico è Bābilim, «la porta di dio».[Nota 1] Anticamente la città era conosciuta anche con il nome di Tintir (TIN.TIRKI), ossia "Bosco di vita"[4]. In epoca islamica la città era chiamata Bābil.

    Convenzionalmente, si usa dividere la storia di Babilonia in tre fasi:

    paleo-babilonese, dal 2004 a.C. al 1595 a.C.;
    medio-babilonese, dal 1595 a.C. al 600 a.C. circa;
    neo-babilonese, dal 626 a.C. al 539 a.C.

    In confronto agli altri principali insediamenti della civiltà babilonese, come Kish, Uruk, Ur, Nippur e Ninive, Babilonia appare tardi nella storia della Mesopotamia, rendendo notevole la sua rapida ascesa. Lo stato di Babilonia fu fondato agli inizi del XIX secolo a.C. da Sumu-abum, re vassallo di Isin[5] e, benché Babilonia non sia menzionata nella documentazione della seconda metà del III millennio a.C., essa crebbe rapidamente sotto la spinta di una dinastia di Amorrei che conseguì importanti successi militari durante il periodo noto come "paleo-babilonese" (2004 - 1595 a.C.) in cui raggiunse l'egemonia sull'intera area, conquistando la Mesopotamia e distruggendo la città rivale di Mari sotto il regno di Hammurabi[6]. Fino ad allora, come dimostrano i ricchi archivi di Mari, nella regione si fronteggiarono vari regni: Assur, Eshnunna, Mari, Aleppo, Alalakh, Qatna

    Il periodo successivo, chiamato "medio-babilonese" (1595 - fine dell'XI secolo a.C.), vide la città confermare la sua posizione come capitale della Mesopotamia meridionale, soprattutto perché acquisì il ruolo di grande centro religioso più che di un centro politico, sotto la dinastia cassita di Isin II. Per Babilonia il primo millennio a.C. inizia con alcuni momenti molto difficili, come le guerre provocate dai tentativi di dominazione dei re assiri che, tuttavia, vennero sconfitti dai Re che fondarono il potente impero "neo-babilonese" (626-539 a.C.). Dopo la loro caduta, diverse dinastie straniere si stanziarono a Babilonia. Nel 539 a.C. la città venne distrutta da Ciro II di Persia che la rinominò Etemenanki, che si traduce "Casa delle fondamenta del cielo e della terra". Babilonia divenne provincia persiana fino al 331 a.C. quando venne annessa all'impero di Alessandro Magno dopo la sconfitta di Dario. Anche se non ricoprì più il ruolo di capitale, per tutto l'ultimo secolo prima di Gesù Cristo, la città vantò una notevole importanza, prima di essere abbandonata durante i primi secoli della nostra era.


    Khazaria (Fonte Wikipedia)

    Il Gran Khanato di Khazaria o Khanato di Khazaria o Impero di Khazaria (618 – 1016) deriva il suo nome dai Khazari, una popolazione di origine ariana ma di idioma turco, che si era insediata nelle steppe del sud-est russo a partire dal VII secolo. Il Gran khanato confinava a sud-ovest con l'impero Bizantino, a nord-ovest con la Rus' di Kiev, a nord con le terre abitate dai Bulgari del Volga e a sud-est con l'Azerbaigian.

    Posto quindi in un punto strategico (qui passavano le rotte fluviali della Via variago-greca che dal Mar Nero conducevano sul Mar Baltico, qui arrivavano mercanti norreni, greci, arabi, bulgari, persiani diretti al Nord e ad Ovest), il Khanato di Khazaria fu un importante centro economico e politico, luogo di incontro e di reciproco influsso tra lingue, culture e religioni diverse (Islam, Cristianesimo, Animismo, Ebraismo).



    Tra l'VIII secolo ed il IX secolo, consistenti nuclei di ebrei semiti, dopo aver attraversato il Caucaso, entrarono in contatto con i Khazari. I sovrani di quest'ultimo popolo imposero, per motivi di stabilizzazione politica, la conversione del Khanato alla religione ebraica. Questo fatto è stato alla base dell'elaborazione di diverse teorie, la più nota delle quali vuole gli Ebrei Askenaziti discendere direttamente dai Khazari (il romanziere ebreo Arthur Koestler sostenne in modo particolare questa tesi).

    Recenti studi genetici sembrano però dimostrare che elementi genetici originari del Medio Oriente dominano la linea maschile degli Askenazi (il cosiddetto cromosoma Y Aaron), ma la linea femminile potrebbe avere una storia diversa. Da ciò alcuni hanno dedotto che uomini del Medio Oriente abbiano sposato donne locali il che significa che gli Askenazi non sono imparentati con i Khazari o che questi rappresentano solo una parte degli antenati degli attuali Askenaziti. Ciò conferma la tesi del professor Gumilev esposta nel suo libro From Ancient Russia To Imperial Russia (Ot Rusi k Rossii in russo)[1], secondo cui gli attuali ebrei ashkenaziti non sono kazari di stirpe, ma invece discendono da un gruppo di ebrei armeni (ashkenaz sta per armeno) mescolati alla nobiltà kazara. In effetti solo una piccola parte dei kazari collaborazionisti si è realmente convertita all'ebraismo, mentre il resto ha continuato a professare il proprio credo animistico e pagano, con una piccola minoranza di cristiani e musulmani.

    Nell'anno 965 il principe di Novgorod e Kiev, il variago Rus' Svjatoslav abbatte Sarkel sul Don e sembra che abbia anche sconvolto una delle capitali khazare, Itil, situata qualche chilometro prima del vecchio delta del Grande Fiume provocando il disfacimento dello stato khazaro. L'Impero si frantuma così e i diversi Illetver (Capi locali) non rispondono più al kaghan supremo come era stato fino ad allora e creano nuove realtà politiche o rafforzano le vecchie come la Bulgaria del Volga sotto l'emiro Almys conosciuto con nome musulmano di Ja'far bin Abdallah.


    casari




    Ora vi spiego il perche' di queste 3 cosi' lunghe premesse e tuttavia......totalmente insufficienti per capire l'estrema complessita e peso di questi 3 domini nella storia della quale sappiamo relativamente poco eppure non erano imperi di inferiore portata a quello romano e a quello greco.

    Fate speciale attenzione a questo capoverso riguardo ad Atlantide nell'occultismo




    Le prime tre razze furono definite rosse, le altre quattro invece bianche.[59] Da un piccolo gruppo della quinta sotto-razza Protosemita, inoltre, il supremo iniziato dell'Oracolo del Sole, conosciuto nella letteratura teosofica come Manu, avrebbe scelto alcuni individui particolarmente progrediti nel pensiero logico per separarli dagli altri e condurli all'interno dell'Asia, dove dare vita alla nuova razza-radicale dell'umanità, quella attuale.[56]



    Le rivelazioni della Blavatsky e di altri teosofi come Annie Besant, Charles Webster Leadbeater, Rudolf Steiner, derivanti da indagini occulte nell'akasha condotte tramite presunte capacità chiaroveggenti, contribuirono a diffondere una concezione di Atlantide come del luogo primordiale della sapienza e della civiltà umane.[52] Tra i punti in comune delle loro tesi vi era la suddivisione della razza atlantidea in sette sotto-razze, a cui corrispondono sette epoche di sviluppo e di progressiva evoluzione del genere umano.[53] Esse sono:

    I Rmoahals, il cui nome deriva dal loro grido di guerra,[54] furono la prima sotto-razza atlantidea: dominati da impulsi e sentimenti collettivi, i Rmoahals avevano una grande capacità mnemonica con cui compensavano la mancanza di pensiero logico. Animati da una profonda venerazione per la natura, erano capaci di utilizzarne le forze vitali per trasformarle in energie motrici. La condivisione delle memorie collettive portò i primi Atlanti allo sviluppo del linguaggio: la parola, originariamente dotata di potere magico e sacrale (in grado di far guarire dalle malattie e agire sulla crescita delle piante)[55], fece così la sua comparsa tra gli uomini.[56]
    I Tlavatli, succeduti ai Rmoahals, svilupparono ulteriormente la forza evocativa della memoria ma anche deviandola verso l'ambizione: si cominciarono a venerare gli antenati e le gesta delle persone ritenute valorose.[56]
    I Tolteki, terza sotto-razza atlantidea, presero a unirsi in gruppi accomunati non più da simpatie naturali, ma dal ricordo dei propri eroi e condottieri, le cui qualità venivano trasmesse per via ereditaria ai discendenti. Nacquero fiorenti comunità, insieme con un nuovo culto della personalità, incoraggiata dai maestri delle scuole iniziatiche, che godevano allora di una venerazione sconfinata, essendo diretti portavoce degli dei. Lo splendore della civiltà tolteka è quella narrata nei dialoghi di Platone.[56]
    I Turani primitivi svilupparono a tal punto l'ambizione da tramutarla in egoismo: la capacità atlantidea di dominare le forze della natura venne abusata con conseguenze nefaste. L'uso sfrenato del potere a fini personali degenerò in pratiche di magia nera che, opponendosi l'un l'altra, condussero alla distruzione di Atlantide in un solo giorno e una sola notte come riferito da Platone.[57]
    I Protosemiti riuscirono in parte ad arginare i devastanti effetti delle forze scatenate dalla sotto-razza precedente grazie al primo sviluppo del pensiero logico, in grado di tenere a freno i desideri egoistici. Nacque la facoltà di giudizio, e l'impulso all'azione venne distolto dalla natura esterna, cominciando a essere vagliato interiormente, producendo il germe dell'umanità attuale.[56]
    Gli Accadi svilupparono ulteriormente la forza del pensiero, perdendo così il dominio sui poteri vitali delle piante, acquisendo soltanto il controllo su quelli minerali. L'ordine e l'armonia degli stati non si ressero più su ricordi comuni, ma sull'elaborazione di leggi in grado di sottomettere il dispotismo individuale. Si dette importanza all'intelligenza e alla capacità di innovazione delle persone, anziché alla vividezza delle loro imprese passate.[56]
    I Mongoli, settima e ultima sotto-razza di Atlantide, raggiunse uno sviluppo del pensiero in grado di connettersi con la potenza degli elementi vitali, su cui si era comunque perso ogni controllo.[56] La caratteristica di abbandonarsi alle forze occulte della vita è quella che si sarebbe in parte mantenuta nelle attuali popolazioni asiatiche, secondo la Besant discendenti dei Turani primitivi che si erano rifugiati in Cina dopo la catastrofe.[58]



    Non vi ricorda qualcosa che guardacaso ritorna???

    E che sta tornando pure odiernamente...


    Peraltro i bulgari che sono colti e conoscono bene la propria storia sono i primi a dirti che la divisione tra Bulgaria e Khazaria....era di tipo religioso in quanto i Khazari erano EBREI....e separatisti rispetto al regno di Bulgaria che invece accetto' e difese il cristianesimo fin dalle origini.


    E guardacaso i bulgari antichi sono figli delle dinastie Mongole....tanto da avere prima dei regni i Khanati......

    Kubrat, Tervel, Asparuh erano tutti re con il titolo di Khan.

    Non casualmente dico che quanto succede adesso e' ancora una estensione del conflitto che si genero' in quei due mondi dove nel tempo nonostante tutto ha sempre vinto la Bulgaria......ma ora quella che e' l'eredita' bulgara rischia di sparire ad appannaggio del novello mondo Khazaro che attraverso la plutocrazia mortifera occidentalista cerca di tornare con un occidente aggressivo e dispotico, lontano da se stesso e dalla sua eredita' culturale greca.



    Io ci vedo molte analogie tra queste 3 entita' e forse mi sbaglio ma poi approfondiro' bene dove le somiglianze sono veramente palesi.
     
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    ... poi leggo tutto con calma ...
    grazie Fabio
     
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