|
|
La sera precedente Ricciardi aveva avuto la sorpresa di ritrovarsi di fronte, all'uscita della questura, nientemeno che Bruno Modo, lo scanzonato dottore che alla cura dei tantissimi malati che confluivano ogni giorno all'ospedale dei Pellegrini, nel vicino quartiere della Pignasecca, affiancava la competenza del miglior medico legale della città. Se lo ritrovò appoggiato al muro che fumava, il cappello all'indietro, il colletto sbottonato dietro il nodo allentato della cravatta. Al suo fianco, come sempre a poco più di un metro, senza corda né guinzaglio, il cane pezzato che da circa un anno gli faceva compagnia. La sera era dolce e l'aria serena; settembre era avanzato, ma sembrava non aver la minima intenzione di mollare il ricordo della rovente estate che l'aveva preceduto..." All'indomani di "Anime di vetro", in una domenica di settembre del 1932, il talento narrativo di Maurizio de Giovanni "fotografa" il commissario Ricciardi e gli altri personaggi della serie, e intrecciando le loro voci, i loro ricordi e i loro sogni guida il lettore attraverso una Napoli resa ancora più viva e reale dalle immagini d'epoca che accompagnano i suoi racconti.
De Giovanni è conosciuto per le serie di romanzi gialli, una delle quali ha nel commissario Ricciardi il personaggio principale. Ma, francamente, questa raccolta di racconti concatenati non è un vero e proprio giallo. È un insieme di ritratti, di bozzetti, che coinvolgono i personaggi principali della serie. Il raccontare di De Giovanni è pulito, preciso, scorrevole, a tratti poetico. In più il libro è corredato di una raccolta di fotografie degli anni trenta che ritraggono Napoli come era, con usi, costumi e personaggi. E sono tutte foto bellissime. Soprattutto per i napoletani, è un libro imperdibile. Ma anche chi, come me, non lo è, può apprezzare questo bel lavoro.
|
|